Lavoro: al via primi passi riforma Terzo settore
23 Gennaio 2018 - 2:53PM
MF Dow Jones (Italiano)
Con l'emanazione nel corso del 2017 dei decreti legislativi in
materia di Servizio civile universale, codice del Terzo settore,
Cinque per mille e Impresa sociale, la riforma del Terzo settore
può dirsi attuata.
Fra i principali obiettivi della riforma, esposti durante una
conferenza al Ministero del Lavoro con il ministro Giuliano
Poletti, si possono annoverare sia il riordino e la semplificazione
di una normativa che si è andata stratificando nel corso degli
anni, sia la promozione e il sostegno dell'operato di quei soggetti
che contribuiscono al bene comune, alla coesione sociale e che
intervengono in contesti di disagio e povertà.
L'intento del Governo con la riforma è stato duplice: da un lato
si è voluto procedere alla razionalizzazione della legislazione
relativa al Terzo settore, dall'altro si è inteso definire con
maggiore chiarezza il ruolo delle istituzioni nel rapporto con i
soggetti e le organizzazioni di riferimento.
Il Terzo settore può esser visto come "un mondo in espansione
che ha reagito alla crisi aumentando i posti di lavoro", ha
affermato Poletti, spiegando di essere soddisfatto del lavoro
svolto perchè la riforma rappresenta "un impianto positivo per il
futuro. Avere una stabilità e una certezza normativa facilita le
decisioni", e perchè ci sono i presupposti per "una collaborazione
positiva nella lotta alla povertà".
Quello del Terzo settore è un contesto in continua espansione e
sempre più articolato. Dal 2011 al 2015, secondo un'analisi Istat,
le istituzioni non profit sono aumentate del 10%, arrivando a
336.275 e contando su circa 789.000 dipendenti (+ 15%) e 5,5
milioni di volontari (+16%). Le istituzioni che operano grazie
all'apporto di questi ultimi risultano il 79,6% (+9,9%) , mentre
quelle che impiegano lavoratori dipendenti sono il 16,4%
(+32,2%).
frc
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January 23, 2018 08:38 ET (13:38 GMT)
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