Depistaggi e omicidi, e il rischio di una multa miliardaria. L'Espresso, nel numero in edicola da domenica 18 febbraio, pubblica un'inchiesta sui rischi legali collegati al colossale caso di corruzione internazionale addebitata a Eni e Shell dalla Procura di Milano, su cui indagano anche le autorità nigeriane, olandesi, americane e britanniche.

I documenti italiani e stranieri esaminati dal settimanale mostrano che la società petrolifera controllata dallo Stato italiano, se le accuse venissero confermate, rischierebbe sanzioni enormi: il bilancio finale potrebbe salire da 3 fino a 9 miliardi di dollari.

L'inchiesta giornalistica de L'Espresso ricostruisce anche un'impressionante serie di manovre, politiche e criminali, dirette a bloccare i processi per corruzione già in corso in Nigeria. Poco prima degli arresti in Sicilia di un magistrato e un avvocato accusati di aver tentato di depistare le indagini milanesi sull'Eni, scrive il settimanale, in Nigeria un commando di killer ha cercato di uccidere il capo dell'Autorità anti-corruzione, che guida le istruttorie contro le due multinazionali e contro uno stuolo di ex ministri, parlamentari, generali e faccendieri accusati di essersi divisi tangenti per un miliardo e 92 milioni di dollari. Nella sparatoria è rimasto ucciso il capo della sua scorta.

In Italia il processo per la presunta corruzione petrolifera, dove sono imputati i top manager di Eni e Shell, che respingono tutte le accuse, si aprirà a Milano il 5 marzo, il giorno dopo le elezioni.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

February 16, 2018 10:04 ET (15:04 GMT)

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