Ema: cosi' Italia Oggi ha scoperto imbroglio su Amsterdam (MF)
21 Febbraio 2018 - 08:18AM
MF Dow Jones (Italiano)
Di Luigi Chiarello
Se l'Europarlamento o un giudice europeo non si metteranno di
traverso, l'Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) finirà ad
Amsterdam, nonostante la città olandese non abbia una sede per
ospitarla. E di sicuro c'è che una sede definitiva non l'avrà prima
di maggio 2020, benché da impegni presi con i 27 Stati membri
dell'Unione l'Ema debba essere pienamente operativa in Olanda da
marzo 2019. Un colossale pasticcio, che il ministro alla Salute
italiano Beatrice Lorenzin ha efficacemente definito "il pacco
olandese, dove al posto del televisore hanno messo il mattone".
Solo che di mattoni, intesi come edifici adeguati disponibili, non
se ne vede ancora l'ombra.
Lo scandalo, si legge su MF, è emerso grazie al lavoro di
ItaliaOggi. Il quotidiano per primo ha rilevato la lacuna nel
dossier olandese il 23 novembre scorso, tre giorni dopo
l'assegnazione della sede decisa in Consiglio Europeo. E poi non si
è fermato: il 12 dicembre successivo ItaliaOggi ha sollevato in
modo puntuale la questione con un magistrale articolo di Tino
Oldani. Questo articolo ha trasformato una vicenda passata sotto
traccia in un clamoroso scontro tra istituzioni europee: ha
innescato un'interrogazione parlamentare bipartisan di Patrizia
Toia (Pd-Pse) ed Elisabetta Gardini (Forza Italia-Ppe), con cui le
due eurodeputate hanno chiesto conto alla Commissione Ue degli
aspetti tecnici e degli impegni assunti dalle città candidate.
La partita poi si è trasferita in commissione Ambiente e Sanità
dell'Europarlamento, che il 22 febbraio andrà ad Amsterdam per
verificare lo stato dei lavori rispetto ai tempi previsti.
L'assemblea europea infatti dovrà esprimersi sulla modifica al
regolamento, che cambia lo statuto Ema stabilendo ad Amsterdam la
nuova sede. Se la soluzione decisa dal Consiglio Ue non dovesse
convincerli, gli eurodeputati potrebbero votare per una soluzione
diversa, trascinando così la partita a una sorta di tavolo di
negoziato tra istituzioni europee, denominato trilogo. Ma c'è di
più. Dopo l'articolo di ItaliaOggi sono partiti, a stretto giro di
posta, i ricorsi contro la decisione del Consiglio Europeo che ha
assegnato ad Amsterdam la sede dell'Ema. In particolare quelli
presentati dal governo italiano alla Corte di Giustizia Ue e dal
sindaco di Milano Giuseppe Sala al tribunale Ue. Azione,
quest'ultima, a cui presto dovrebbe affiancarsi un ulteriore
ricorso «ad adiuvandum» di Federchimica, Assolombarda,
Confcommercio e Camera di Commercio di Milano.
A motivare l'intervento dei privati è bastato un dato,
denunciato nel 2016 dallo scienziato Silvio Garattini: "L'83%
dell'intero bilancio Ema (circa 250 milioni di euro) è a carico
dell'industria europea", il resto sono fondi pubblici. Ora, stando
a stime circolate negli ultimi giorni nei corridoi londinesi
dell'Agenzia, l'assenza di una sede definitiva immediata e
l'inadeguatezza delle soluzioni provvisorie proposte dal governo
olandese starebbero generando extra-costi sul trasferimento ad
Amsterdam per un +34% rispetto a quanto previsto dal dossier
olandese. In particolare, i canoni di locazione sarebbero lievitati
da 10 a 13,5 milioni l'anno. Informazioni, queste, secretate dal
dossier olandese e che stridono rispetto ai 7 milioni d'affitto
messi in chiaro dalla candidatura italiana (pari a metà del canone
oggi sborsato dall'Ema a Londra) e alla disponibilità di una
prestigiosa sede subito operativa (il Pirellone).
Ma che cosa ha motivato la secretazione di parte del dossier
olandese? Una richiesta mossa dal governo dell'Aia alla Commissione
Europea affinché, in assenza di una sede disponibile, celasse in
Consiglio Ue le sedi provvisorie proposte dall'Olanda nel tentativo
di scongiurare speculazioni immobiliari. Dunque, a conti fatti, i
27 Stati Ue il 20 novembre scorso hanno votato alla cieca,
scegliendo Milano e Amsterdam dopo un'eliminazione diretta in tre
round tra 19 città europee candidate. Quindi il Consiglio Ue si è
affidato al caso per la decisione finale, cioè a un sorteggio. Il
destino in questa partita gioca un ruolo rilevante, anche le
coincidenze pesano. E ce ne sono due che non possono essere
taciute: a consentire che un dossier incompleto fosse sottoposto al
voto del Consiglio Europeo, sposando la richiesta di segretezza del
governo olandese, è stato il segretario generale della Commissione
Ue: un olandese di nome Alexander Italianer, il cui cognome, solo
per una beffa del solito destino, ricorda il Belpaese. E per non
farci mancare nulla in termini di opportunità politica sarà ancora
un olandese, Marc van der Woude, il giudice che dovrà pronunciarsi
sul ricorso del sindaco di Milano al Tribunale Ue. Ci viene in
mente Totò che vende la Fontana di Trevi a uno sprovveduto turista
italo-americano. Solo che quello era un film, Totòtruffa 62.
red
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February 21, 2018 02:03 ET (07:03 GMT)
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