"A prima vista e concentrandoci sui dati che mensilmente l'Inps diffonde, l'andamento su quanta cassa integrazione viene richiesta sembrerebbe il riflesso di una ripresa del sistema produttivo, ma nella flessione continua di questo ammortizzatore sociale, dobbiamo tener conto di due fattori rilevanti: da una parte l'abrogazione della cassa in deroga che ha fortemente inciso, quantitativamente, sui dati nel passato e, dall'altra, l'introduzione di un costo più elevato della straordinaria".

Lo afferma il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, aggiungendo che "occorre capire se al calo dello strumento di integrazione salariale vi sia un innalzamento dei licenziamenti. Ricordiamoci anche che dal 1* gennaio di quest'anno è in vigore un importo raddoppiato del ticket licenziamento nell'ambito di licenziamenti collettivi effettuati da datori di lavoro tenuti alla contribuzione per il finanziamento della cassa integrazione straordinaria. Se tale nuovo importo contributivo inciderà come deterrente sulla riduzione dei licenziamenti ancora non sappiamo, ma intanto ci piacerebbe interpretare i dati sulla cassa integrazione come positivi invece di darne una lettura negativa in termini di perdita di occupazione. Ma, purtroppo, crediamo che questo secondo sentore sia più realistico visto l'aumento delle domande di disoccupazione".

"A fronte della necessità di non abbassare la protezione sociale nei troppi casi in cui le ristrutturazioni aziendali rischiano di 'produrre' licenziamenti ed esuberi - sottolinea infine Loy - bisogna nel contempo rimettere al centro delle politiche economiche azioni per favorire gli investimenti, rendere meno facile per le imprese assumere con troppi contratti temporanei e, favorire, il contratto stabile. Ciò è perseguibile anche innalzando il costo per i contratti a termine e favorendo le imprese che investono sul lavoro non precario".

com/rov

 

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February 22, 2018 13:29 ET (18:29 GMT)

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