L'associazione dei piccoli azionisti Telecom Italia votera' a favore del fondo Elliott in occasione dell'assemblea del gruppo in programma il prossimo 24 aprile.

In una nota, Asati elenca le motivazioni di questa scelta, prima fra tutte "perché stimiamo che i suoi consiglieri indipendenti lo siano veramente seguendo interesse di tutti gli azionisti e non solo dell'azionista di controllo" e "perché il titolo Tim ha continuato avuto ad avere negli ultimi anni un rendimento fortemente negativo, aumentato solo dopo l'ingresso di Elliott di circa il 20%".

Poi, prosegue il comunicato, "perché Tim ha proposto la societarizzazione della rete mantenendone però il 100%, mentre Elliott ha proposto l'apertura del capitale in linea con quanto noi stessi avevamo proposto, ed auspichiamo sia d'accordo con noi sul mantenimento del controllo da parte di Tim sulla rete per un periodo di almeno 3 anni; perché proponiamo una vendita o quotazione anche di Sparkle, sempre con il controllo di Telecom, e se economicamente conveniente per gli azionisti non vediamo impedimenti a vendere parte delle azioni di Inwit, e di questo confidiamo che Elliott sia in sintonia".

Inoltre, si legge nel dispaccio a firma del presidente dell'associazione, Franco Lombardi, Asati si dice "sicura che Elliott avrà apprezzato il lavoro eccezionale dei consiglieri Assogestioni attualmente in carica, specialmente di Lucia Calvosa, che vorremmo ancora nel consiglio, e del collegio sindacale presieduto da Roberto Capone" e "segue con grande interesse, come il resto del mercato, quali saranno le reazioni di Genish: è importante capire se rimarrà, così come ha recentemente annunciato. Asati conosce questa azienda molto bene, ed auspica di essere ascoltata in quelle che saranno i successivi sviluppi in merito a questa vicenda, di questo riteniamo che Elliott sia molto attenta".

L'associazione rimarca poi come "tutti gli azionisti di controllo dopo la privatizzazione per oltre 20 anni hanno tenuto fuori sia dal Cda sia dal collegio sindacale rappresentanti dei piccoli azionisti, non seguendo l'esempio delle più importanti aziende europee del settore quali DT e Orange. Siamo convinti che i consiglieri proposti da Elliott ci ascolteranno su questo tema. Gli attuali membri del Cda nominati da Vivendi, in particolare nella persona di Arnaud de Puyfointaine che ce lo aveva promesso in assemblea, in 3 anni non si sono mai degnati di dedicarci un incontro, anzi. Invece di ascoltarci come sempre è stato fatto dal 2007 da Galateri, Bernabé, Patuano e tutti i top manager dell'epoca, la Tim rappresentata da Arnaud de Puyfointaine, Recchi e Cattaneo ci ha citato in giudizio chiedendo un risarcimento di 1 milione di euro per le critiche rivolte da Asati alla loro gestione. Riteniamo anche che la rappresentanza dei piccoli azionisti nel cda e collegio sindacale sia tenuta in considerazione come nelle principali aziende europee".

Infine, "perché siamo sicuri che i consiglieri nominati da Elliott non percorreranno operazioni tra parti correlate di notevoli importanza cercando di marcarle come di minore rilevanza, cosa che invece Vivendi ha fatto. I fatti di Persidera, joint venture Tim/Canal Plus, il controllo di fatto non denunciato per tempo, le dimissioni contemporanee di 8 consiglieri, le azioni contro il collegio sindacale, i top manager di Vivendi, poi diventati consulenti di Tim poi assunti come dirigenti della Tim stessa, 3 amministratori delegati cambiati in tre anni sono fenomeni che siamo sicuri Elliott non percorrerà; perché siamo convinti che i consiglieri di Elliott ed il nuovo azionariato possano posizionare l'azienda su un percorso di stabilità e sviluppo e non di speculazione a breve termine; perché riteniamo che ci sia un maggiore rispetto sul clima del personale sulla distribuzione dei dividendi e quindi sulla riduzione del debito" e "perché riteniamo ci siano le basi affinché sotto la gestione dei consiglieri di Elliott vengano scelti manager capaci che esistono dentro l'azienda".

com/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

April 20, 2018 07:25 ET (11:25 GMT)

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