Secondo il patto para-sociale contenuto in un documento datato 19 maggio, sono nove i punti che permetterebbero ai giapponesi di Ihi di poter cancellare gli accordi con Astaldi relativi all'aumento di capitale da 300 milioni di euro e al quale il socio di Tokyo si è impegnato a partecipare, secondo le modalità rese note la settimana scorsa, per 112,5 milioni di euro.

Fra i punti menzionati, si legge su MF, vi è quello secondo cui Astaldi deve ottenere, entro la fine di quest'anno, il pagamento di almeno 185 milioni per la vendita della partecipazione nella concessionaria del Terzo Ponte del Bosforo in Turchia. Oppure, secondo caso, i Patti saltano se i crediti del gruppo italiano nei confronti del governo venezuelano saranno ulteriormente svalutati o azzerati al 31 dicembre 2018. Oppure ancora se il flusso di cassa operativo della società, nelle relazioni finanziarie annuali consolidate, risulta inferiore a 500 milioni di euro "per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2018, o inferiore a 75 milioni per i successivi esercizi".

Esistono altri due casi considerati: se il rapporto tra capitale circolante netto e i ricavi del gruppo nell'esercizio 2018 sia superiore al 15% o il gruppo Astaldi abbia violato i covenants finanziari "ai sensi dei contratti di finanziamento cui è soggetto a partire dalla fine di dicembre 2017 o i covenants che regolano i prestiti obbligazionari emessi dalla società". In caso contrario, il gruppo giapponese Ihi, che dovrebbe partecipare all'aumento di capitale del grippo italiano di costruzioni, potrà dichiarare nullo l'impegno preso con Astaldi e cedere a terzi il suo pacchetto azionario (sarà pari al 18,2% del capitale e al 13,1% in termini di diritti di voto).

Nello specifico sulla Turchia - prosegue MF - in caso di mancato incasso per il Terzo Ponte, i giapponesi potranno, entro 20 giorni lavorativi, esercitare l'opzione di vendita nei confronti della famiglia Astaldi costretta quindi in quel caso a ricomprarsi tutte le azioni sottoscritte dal futuro socio nipponico (per un importo complessivo di 113 milioni di euro) a seguito del programma di aumento di capitale da 300 milioni. Rafforzamento patrimoniale annunciato dal gruppo italiano la settimana scorsa in base al quale le banche del consorzio prenderanno parte, sotto la guida di JP Morgan, solo se per il ponte il gruppo riceverà "un'offerta vincolante soddisfacente" attesa entro il mese. Il ponte è in carico a 350 milioni di euro, la possibile vendita dovrebbe avvenire entro l'estate.

red/cce

 

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May 22, 2018 02:30 ET (06:30 GMT)

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