WALL STREET: indici riducono le perdite dopo paura per escalation dazi
18 Giugno 2018 - 5:07PM
MF Dow Jones (Italiano)
Dopo aver aperto in territorio decisamente negativo, i listini
azionari statunitensi provano a recuperare parte del terreno. Sulle
Borse Usa pesa ancora l'escalation delle tensioni commerciali tra
Washington e Pechino.
Il Dow Jones riduce le perdite e lascia sul terreno lo 0,67%,
mentre l'S&P 500 perde lo 0,3%. Il Nasdaq Composite, nelle
scorse meno vulnerabile alle incertezze sul commercio, è ad un
passo dal recuperare la parità a -0,07%.
"Ci sono numerosi problemi con le tariffe: il primo e piú
evidente è che aiutano meno persone rispetto a quelle che
danneggiano", dice Ed Yardeni, presidente e chief investment
strategist di Yardeni Research, "sono pensate per aumentare
l'occupazione di alcuni settori industriali, ma aumentano i prezzi
sugli stessi prodotti per tutti i consumatori". I mercati stanno
facendo i conti con "le due facce di Donald Trump, che si sta
rivelando per gli investitori una sorta di Dr. Jekyll, per tagli
fiscali e de-regulation, e Mr. Hide, per le iniziative
protezionistiche".
"Aumenta in misura significativa la probabilitá di una vera e
propria guerra commerciale", affermano gli economisti di Intesa
Sanpaolo, puntualizzando che lo scontro "include non solo la Cina,
ma anche gli alleati degli Usa, come Canada, Messico e Unione
Europea, soggetti dal 1* giugno ai dazi sulle importazioni di
acciaio e alluminio.
Inoltre, i negoziati sul Nafta restano bloccati e con il passare
del tempo aumenta la probabilitá di un'uscita degli Usa dal
trattato, con l'obiettivo di siglare accordi bilaterali". Secondo
le stime della Tax Foundation, l'introduzione dei dazi su 50
miliardi di dollari di importazioni dalla Cina, insieme a quelli
giá attuati su alluminio, acciaio, pannelli solari e lavatrici,
avrebbe un effetto restrittivo sulla crescita americana di medio
termine pari a -0,06 punti percentuali.
Il Fondo Monetario Internazionale stima poi che un aumento
generalizzato del 10% dei dazi sulle importazioni Usa accompagnato
da una ritorsione equivalente da parte di tutti i partner contro
gli Stati Uniti causerebbe una correzione della crescita mondiale
di 0,5 punti percentuali e di quella americana di 1 punto.
Nel frattempo però, negli Stati Uniti la crescita rimane solida
nonostante un lieve rallentamento a inizio anno. Gli investimenti
delle imprese hanno assistito a una netta inversione di rotta,
mentre i consumi sono sostenuti da una creazione dinamica di posti
di lavoro. Il balzo delle vendite al dettaglio riportato in aprile
ha evidenziato che la debolezza osservata nel primo trimestre era
solo passeggera. Nei prossimi mesi la riforma fiscale dovrebbe
avere effetti limitati. Tuttavia, come osserva Anton Brender, Chief
Economist di Candriam, "l'aumento della spesa approvato nel
bilancio 2018 avrá un impatto piú significativo sulla crescita. Se
le incertezze geopolitiche e le tensioni commerciali non
incideranno sul sentiment, la crescita dovrebbe attestarsi attorno
al 3% nel 2018". Per evitare qualsiasi rischio di "panico
inflazionistico", la Federal Reserve continuerá infine a
normalizzare la propria politica monetaria, realizzando due
ulteriori rialzi dei tassi quest'anno.
L'indice Nahb sull'andamento del mercato immobiliare
statunitense nel mese di giugno si è attestato a 68 punti, in
ribasso rispetto a quota 70 di maggio. Il dato è inferiore al
consenso degli economisti, che si attendevano un risultato stabile
a 70 punti.
Sul fronte valutario, il cross euro/usd è poco mosso a 1,1608,
mentre sull'obbligazionario il Treasury biennale scambia con un
rendimento del 2,541%, mentre il decennale è al 2,915%.
lus/alb
antonio.lusardi@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
June 18, 2018 10:52 ET (14:52 GMT)
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