Germania e Austria, pensando di rispedire in Italia i migranti registrati nel nostro Paese, "fanno il loro interesse, ovviamente ma ci incontreremo a Innsbruck per trovare un punto di accordo. Di certo, nel dossier italiano non c'è l'ipotesi di far rientrare in Italia chi è andato all'estero. Questa è l'ultima cosa che può accadere".

Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in un'intervista al Messaggero aggiungendo che al vertice di ieri con il premier Giuseppe Conte, il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dell'Economia Giovanni Tria a Palazzo Chigi "non abbiamo parlato solo di migranti, ma anche di sicurezza e della manovra economica. La linea sui migranti è comune: ci sarà a breve un incontro tecnico e mi vedrò con Conte domani per affinare il documento che porterò a Innsbruck".

Sui migranti "la linea è bloccare in ogni modo il traffico degli esseri umani. Con le Ong siamo partiti. Ridefinire i contenuti delle missioni militari internazionali, che non possono raccogliere e scaricare tutto e tutti in Italia, sarà il prossimo passaggio inevitabile. Tra l'altro ho letto che anche a Bruxelles parlano di rivedere le regole dell'operazione Sophia. Bene".

In estrema sintesi: non sbarcherà più nessuno senza un preventivo accordo di redistribuzione tra Stati "volenterosi". "Siccome al Consiglio Ue hanno deciso che tutto è su base volontaria, anche l'Italia farà valere la sua volontà. A Innsbruck incontrerò i ministri tedesco, austriaco, francese, svizzero etc. Vedremo... Già questa ritrovata centralità italiana mi rincuora".

"Partire da zero non può che farci migliorare, poi si discute. Sono molto concreto: un conto è l'amicizia, un altro sono i risultati. E se i tedeschi e gli austriaci invece di pensare solo a rispedirci i migranti, ci aiutassero a chiudere le frontiere esterne sarebbe un passo in avanti. Andrò a Innsbruck con un documento dettagliato: abbiamo 130.000 domande di asilo politico ancora da esaminare, 300.000 domande di cittadinanza italiana in sospeso, 164.000 presunti profughi ospiti negli alberghi. Insomma, abbiamo fatto più di chiunque altro. E ora basta. Tocca ad altri", ha continuato.

Secondo Salvini, "l'Europa è stata fatta troppo grande: manca una cultura comune. E troppo in fretta: pensi che ci sono sei Paesi come Kosovo, Albania con cui non abbiamo nulla in comune che aspettano di aderire. Sono altri che la stanno sfasciando. Se l'Unione europea dimostra di fare bene alcune cose, come sui migranti e l'economia, potrà restare in vita", ha concluso.

pev

 

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July 10, 2018 03:37 ET (07:37 GMT)

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