ENI Eni Spa

Settembre prossimo sarà un mese decisivo per i piani di sviluppo in Mozambico di Eni e i suoi partner dell'Area 4 del bacino di Rovuma. Il più ingombrante tra questi, il colosso texano ExxonMobil, già scalpita per presentare alle banche il nuovo piano d'investimento che dovrebbe consentire di aumentare del 50% la capacità di trattamento del gas estratto nel giacimento offshore di Mamba, abbattendo i costi di produzione. Il piano, è già stato illustrato al governo di Maputo direttamente da Mozambique Rovuma Venture, la società detenuta da Eni ed Exxon, con quote paritetiche del 35,7%, e China National Petroleum Corporation (28,6%), che ha una partecipazione del 70% in Area 4, mentre il restante 30% è detenuto da Galp, Kogas ed Empresa Nacional de Hidrocarbonetos, ciascuno con quote del 10%.

Il piano, scrive MF, fissa al 2024 la partenza della produzione di gas a Mamba con l'avvio dei due treni per la liquefazione del gas naturale dalla capacità di 7,6 milioni di tonnellate annue ciascuno. La decisione di Exxon di aumentarne la capacità significa, secondo il mercato, rimettere in discussione anche il piano di finanziamento. Il ruolo del gruppo statunitense in questa fase è guidare la costruzione e la gestione degli impianti di liquefazione di gas naturale a terra, attraverso ExxonMobil Moçambique. Exxon, che ha versato all'Eni 2,8 miliardi di dollari per acquisire il 25% dei diritti sui giacimenti del Mozambico, vuole fare del Rovuma Lng il più grande impianto di trattamento del gas naturale al mondo. La vera sfida è riuscirci riducendo i costi di produzione a aumentando il ritorno dell'investimento per tutti i partner, come il gruppo statunitense sta assicurando agli altri soci. La decisione finale sull'investimento verrà presa entro il prossimo anno. L'idea di Exxon, secondo alcune fonti, è una formula ibrida, mettendo insieme un finanziamento sul mercato e fondi tirati fuori di tasca propria da ciascuno dei partner.

red/lab

(END) Dow Jones Newswires

July 17, 2018 02:43 ET (06:43 GMT)

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