WALL STREET: indici contrastati nonostante forza economia
09 Agosto 2018 - 5:38PM
MF Dow Jones (Italiano)
Gli indici azionari americani sono contrastati. Gli investitori
asiatici hanno iniziato a lasciarsi alle spalle il rischio delle
tariffe doganali cinesi in risposta ai dazi Usa. In Cina, dopo una
partenza debole i mercati sono rimbalzati, con i buoni numeri
sull'inflazione a sostenere la propensione al rischio.
Il Dow Jones è in discesa dello 0,05%, mentre l'S&P 500
avanza dello 0,08%. Il Nasdaq composite guadagna lo 0,3%.
"Se il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump insisterà con
l'imposizione di dazi doganali punitivi, soprattutto nei confronti
degli esportatori cinesi, è inevitabile che ci saranno
ripercussioni economiche negative", commentano dalla Pictet Asset
Management Strategy Unit. "Eppure, i nostri indicatori del ciclo
economico suggeriscono che per adesso il recente rallentamento
dell'economia globale potrebbe aver fatto il suo corso", concludono
dalla casa svizzera.
Nonostante le tensioni commerciali, infatti, gli indici sono
ancora non lontani dai massimi storici, in particolare l'S&P
500. "Ora che siamo arrivati a questo punto, mi stupirei se
l'indice non segnasse il nuovo top assoluto", commenta Michael
Shaoul, presidente e Ceo di Marketfield Asset Management.
Tutti i dati continuano a confermare la soliditá dell'espansione
economica americana, dando fiducia al mercato. "Il ciclo economico
può considerarsi maturo, con110 mesi di espansione", spiega
Alessandro Tentori, Cio Axa Investment Managers Italia, "ma
nonostante ciò gli indicatori anticipatori del ciclo continuano a
supportare la tesi di una crescita solida, con le stime degli
analisti che rientrano in una forchetta tra il 2,5% e il 3,5% per
il 2018". Gli Stati Uniti "forse non cresceranno al ritmo del 4%
nei prossimi 24 mesi, ma molto probabilmente non entreranno nemmeno
in recessione", conclude Tentori.
Gli Stati Uniti hanno anche annunciato una serie di sanzioni
contro la Russia in relazione al caso Skripal, ovvero l'attacco con
un agente nervino ai danni di una ex spia russa e sua figlia,
attualmente residenti nel Regno Unito. La decisione è stata
accompagnata da una serie di richieste americane che, se non
verranno soddisfatte, porteranno in 90 giorni all'imposizione di
nuove misure. Le sanzioni riguardano centinaia di milioni di
dollari di esportazioni di materiale tecnologico americano alle
aziende statali russe, tra cui turbine e macchine industriali.
I dati macroeconomici in arrivo dagli Stati Uniti confermano la
forza del mercato del lavoro americano, ma anche la debolezza delle
pressioni inflazionistiche, segnale che un surriscaldamento
dell'economia non è imminente. I prezzi alla produzione per la
domanda finale negli Usa sono rimasti invariati a livello mensile a
luglio, meno delle attese del consenso degli economisti che si
aspettavano un dato in salita dello 0,2% m/m. Sempre a luglio, i
prezzi alla produzione core sono saliti dello 0,1% - rimanendo
anche in questo caso al di sotto alle previsioni di crescita dello
0,2% - e quelli per consumi personali sono scesi dello 0,1%.
Le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione negli
Stati Uniti (dato destagionalizzato) sono scese di 6.000 unitá a
quota 213.000 (220.000 unitá il consenso degli economisti). La
media mobile nelle ultime quattro settimane, considerata piú
attendibile dal mercato perchè meno volatile, è a 214.250 unitá, in
diminuzione di 500 rispetto al dato di sette giorni fa.
Sul fronte valutario, il cross euro/usd scambia a 1,1570, mentre
sull'obbligazionario il rendimento del Treasury biennale è del
2,653%, mentre il decennale è al 2,943%.
lus
antonio.lusardi@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
August 09, 2018 11:23 ET (15:23 GMT)
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