B.Carige: fondi decisivi nelle nuove liste per la governance (Mi.Fi.)
13 Agosto 2018 - 8:26AM
MF Dow Jones (Italiano)
Le liste dovrebbero essere tre, anche se la sfida si giocherà
tutta tra Raffaele Mincione e Vittorio Malacalza. Assogestioni
infatti potrebbe partecipare per aggiudicarsi solo qualche posto,
facendo leva sui voti di Intesa Vita e di altri investitori
istituzionali. La sfida sarà insomma tra l'ex vice presidente e
primo azionista e il finanziere che, dopo aver accumulato pacchetti
consistenti di titoli, ha chiesto la revoca del board. Se
ufficialmente ci sarà tempo fino al 26, le liste potrebbero essere
pronte già all'inizio della prossima settimana per consentire così
alle autorità di vigilanza di esaminare i requisiti fit and proper
dei candidati.
I preparativi - scrive Milano Finanza - fervono. Nelle ultime
settimane entrambi i contendenti avrebbero arrotondato le
rispettive partecipazioni, anche se la scarsa liquidità del titolo
non avrebbe permesso di staccare in maniera consistente
l'avversario. Tra lunedì 6 e mercoledì 8 ad esempio sarebbero stati
particolarmente intensi gli acquisti dei Malacalza che ora
dovrebbero essere attestati tra il 23 e il 25% del capitale. Anche
Mincione avrebbe consolidato la propria quota e, secondo i
pronostici che circolano a Genova, sarebbe in procinto di allearsi
con Gabriele Volpi (che non è intenzionato a correre da solo e a
esprimere dei consiglieri) per mettere in campo un listone
capitanato dall'attuale amministratore delegato Paolo Fiorentino.
Nella formazione potrebbero esserci figure di elevato standing tra
cui, si mormora, un ex amministratore di lungo corso della Popolare
di Milano. Si sa del resto che Mincione è rimasto legato
all'istituto di Piazza Meda (di cui conserva ancora una piccola
partecipazione sotto il 2%) e ha sempre parlato con favore di
un'eventuale fusione tra Banco Bpm e Carige. Se nel nuovo board
della banca genovese entrasse una figura legata all'istituto
milanese, le spinte in questa direzione potrebbero crescere anche
se per il momento è difficile fare previsioni. Quel che è certo è
che la coalizione Mincione-Volpi-Fiorentino potrebbe ottenere un
buon supporto dagli investituzionali e raggiungere così una
maggioranza sufficiente per controllare il nuovo board. L'impresa
comunque non sarà semplicissima. L'attuale statuto di Carige
prevede infatti un sistema proporzionale senza premio di
maggioranza che espone la banca a un concreto rischio di
ingovernabilità. Ecco perché il distacco in termini di voti tra le
due liste sarà fondamentale per l'equilibrio della nuova
governance.
Soprattutto alla luce del fatto che molti degli attuali problemi
di Carige derivano dai problemi di governo. Dopo un lungo logorìo a
giugno l'attuale consiglio di amministrazione ha cominciato a
sgretolarsi pezzo dopo pezzo fino ad arrivare a un soffio dalla
decadenza. A dare fino ad ora l'addio al cda sono stati l'ex
presidente Giuseppe Tesauro, Malcalza, Stefano Lunardi, Francesca
Balzani, Ilaria Queirolo e Lucia Venuti. Restano in otto e, se uno
di questi consiglieri dovesse rassegnare le proprie dimissioni
prima dell'assemblea del 20 settembre, l'intero consiglio
decadrebbe. Bce segue con molta attenzione la vicenda e, con una
lettera inviata dopo le dimissioni di Malacalza avrebbe chiesto
alla banca di individuare un nuovo presidente ad interim che fosse
indipendente e non esecutivo e avesse una certa anzianità di
servizio. Un identikit che, sulla carta, corrispondeva alla
descrizione di Giulio Gallazzi, rappresentante degli
istitutizionali nel board e finora equidistante dai diversi
schieramenti in campo.
red/cce
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August 13, 2018 02:11 ET (06:11 GMT)
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