Finanza: Hsbc, 61% investitori hanno all'attivo strategia ambientale
14 Settembre 2018 - 7:36PM
MF Dow Jones (Italiano)
Secondo una ricerca Hsbc, il 61% degli investitori e il 48%
degli emittenti di tutto il mondo hanno all'attivo una strategia
per l'Environment, Social e Governance (Esg), anche se esistono
profonde differenze dal punto di vista geografico.
Europa (87%) e Regno Unito, si legge in una nota, sono tra i
primi emittenti (87%), in particolare per quanto riguarda le
società con un fatturato superiore ai 10 miliardi di dollari. Hong
Kong registra il 13%, seguito dagli Stati Uniti, che si attestano
al 21%. Per quanto riguarda gli investitori, invece, la disparità
maggiore si riscontra tra Europa (85%) e Asia (40%).
Dalla ricerca, alla quale hanno partecipato 1.731 aziende e
investitori istituzionali, emerge che i rendimenti finanziari e gli
incentivi fiscali sono i due principali fattori alla base delle
decisioni in ambito ESG di tutti gli emittenti e della maggior
parte degli investitori intervistati. Il secondo driver, invece, è
rappresentato dalla normativa statale dei fondi pensione e degli
investitori in titoli sovrani (SWFs), seguito dai rendimenti
finanziari. Anche in questo caso, le differenze geografiche sono
nette. Le aziende cinesi e di Hong Kong con un fatturato di 10
miliardi di dollari ritengono che le iniziative per la catena del
valore siano il secondo driver per il finanziamento ESG. In Europa,
in cima alla lista invece troviamo: la politica, la strategia, gli
obiettivi ESG e la pressione degli stakeholder.
"Un numero sempre più rilevante di investitori considera i
rischi e le opportunità legate alla sostenibilità e all'impatto ESG
come parte integrante del processo di investimento, considerato
anche l'effetto positivo dei criteri sulla performance", spiega
Gerd Pircher, ceo Hsbc Italia. "Oggi le strategie di investimento
ESG infatti continuano a crescere. L'interesse per l'ESG è già
largamente diffuso in Europa e continuerà a livello globale, poiché
gli investitori non vogliono soltanto ottenere rendimenti dai
propri investimenti, ma richiedono anche che siano in linea con i
propri valori e i timori per il futuro del pianeta".
Le aziende sono coerenti nel reinvestimento dei ricavi ottenuti,
con il 66% degli intervistati che afferma che tali proventi vengono
destinati internamente a nuovi impianti, macchinari o nuove fonti
di energia rinnovabile per rendere la propria attività più
ecologica. Un caso anomalo è rappresentato dalla Cina, con solo il
98% degli intervistati che parla di M&A ecosostenibili.
È incoraggiante che il 67% degli emittenti e il 57% degli
investitori non vedano ostacoli all'incremento dei propri impegni
in ambito ESG. Attualmente, meno del 10% degli investitori ha dei
fondi di investimento ESG dedicati, ma si prevede che il dato
aumenterà del 22% nel 2019.
Al contrario, il 58% di coloro che vedono barriere
all'incremento degli impegni ESG, ritiene che la difficile
definizione dei criteri ESG rappresenti il principale ostacolo.
Questa difficoltà è quindi la barriera numero uno per gli emittenti
a livello globale ed è considerata tale anche dagli investitori in
Europa e nel Regno Unito. Dalla ricerca emerge inoltre come gli
investitori considerino la mancanza di opportunità di investimento,
aggravate dalla scarsa qualità dei dati, un'altra barriera per i
criteri ESG.
com/cce
(END) Dow Jones Newswires
September 14, 2018 13:21 ET (17:21 GMT)
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