"Scegliamo dove allocare le scarse risorse pubbliche a disposizione seguendo un metodo preciso e condiviso. Convogliamole verso le scelte che vengono stimate come più rilevanti per accrescere il prodotto potenziale, in calo purtroppo da anni. È questo il metodo per ottenere comprensione e sostegno sui mercati e in Europa. Non quello delle promesse elettorali, scassa bilancio e di scarso impatto su crescita e lavoro".

E' quanto sostiene il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi in occasione dell'Assemblea generale dell'associazione.

Nel dettaglio Bonomi cita il "Decreto Dignità, che secondo i primi dati attualmente disponibili col suo regime di causali obbligatorie e aumento dei costi esercita esattamente gli effetti contrari alla conferma dei contratti, effetti paventati da Confindustria e tutte le associazioni d'impresa senza eccezioni. Ma rimaste inascoltate".

La prima svolta è sull'idea stessa del lavoro. "Lo sforzo culturale da compiere su questo terreno", secondo Bonomi "è immenso: dobbiamo come imprese darci un compito preciso: descrivere nelle scuole e nelle università che cosa è il lavoro oggi. Non ha più senso l'antica separazione tra lavori manuali e lavori intellettuali. Le competenze richieste dalle nuove tecnologie e dai nuovi modelli organizzativi disegnano sempre nuovi intrecci tra capacità tecnica di gestione di macchinari e di processi. Per questo noi vogliamo cambiare l'Italia dal basso, attraverso i contratti. Senza intromissioni da parte della politica. Insieme ai nostri collaboratori e ai loro sindacati. Perché attraverso i nuovi contratti aziendali si crea fiducia nelle nuove competenze, si dimostra che le nuove tecnologie creano lavori e saperi nuovi, si afferma ed estende il welfare aziendale, si promuove la formazione continua che è un nuovo fondamentale diritto/dovere dei lavoratori ed è leva per la crescita di tutte le imprese. Ed è così che cresce la produttività".

"È una visione antitetica a quella che vediamo oggi diffondersi - ha continuato Bonomi -. e allora diciamolo. I 9 miliardi del reddito di cittadinanza destiniamoli invece a un Fraunhofer italiano della ricerca per l'industria e la manifattura. Sullo stesso modello del 30% di finanziamento pubblico e del 70% a carico delle imprese, come in Germania. Negli anni, si tradurrebbe in un balzo della produttività, dell'occupabilità dei giovani e del trasferimento tecnologico alle imprese, immensamente più utile di qualunque sussidio pubblico slegato dall'idea di un reddito da lavoro", ha concluso.

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1811:13 ott 2018

 

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