Banco Bpm ha chiuso i risultati finanziari al 30 settembre con un utile netto 525 milioni di euro rispetto al risultato netto senza Badwill di 52,7 milioni realizzato nel corrispondente periodo dello scorso esercizio (il Badwill emerso a seguito del completamento del processo di Ppa, pari a 3,076 mld, portava il risultato economico netto dei primi nove mesi del 2017 a 3,129 mld). L'utile netto risulta quindi sopra alle attese degli analisti e in particolare del consensus interno.

Le commissioni nette - si legge in una nota - ammontano a 1.378,9 milioni, in calo del 6,7% nel confronto con i primi nove mesi 2017 che registravano commissioni nette pari a 1.478,3 milioni di euro, ma sono in leggera crescita su base trimestrale (+0,1%) grazie alla diversificazione fra differenti aree di business che ha consentito di compensare la diminuzione delle commissioni sui servizi di intermediazione.

La flessione è prevalentemente imputabile al comparto dei servizi di intermediazione, gestione e consulenza, che si riduce di 78,3 milioni in valore assoluto rispetto al dato del 30 settembre 2017, principalmente per effetto delle minori commissioni upfront di collocamento che hanno risentito del negativo trend di mercato che ha caratterizzato il secondo e il terzo trimestre dell'anno.

Gli altri proventi netti di gestione ammontano a 368,7 milioni e includono le plusvalenze, per complessivi 313,6 milioni, realizzate a seguito della cessione delle attività di banca depositaria e fund administration a Bnp Paribas Securities Services, per 200 milioni, e della cessione ad Anima Sgr, per 113,6 milioni, dei mandati di gestione in delega degli attivi assicurativi svolti per conto delle joint venture assicurative legate alla rete bancassurance dell'ex Banco Popolare. Al netto di tali componenti, l'aggregato è pari a 55,1 milioni (74,1 milioni al 30 settembre 2017).

La raccolta diretta al 30 settembre, su basi omogenee, registra una positiva dinamica della componente rappresentata da conti correnti e depositi a vista (+3,7 miliardi pari a +5% rispetto a fine 2017; + 0,9 miliardi pari a +1,2% rispetto al 30 giugno 2018). Complessivamente l'aggregato ammonta a 102,6 miliardi ed evidenzia un calo del 4,4% rispetto a 107,3 miliardi del 31 dicembre 2017 che è principalmente attribuibile alla cessione delle attività di banca depositaria avvenuta a fine settembre. Su basi omogenee la raccolta diretta registra una diminuzione di -1 miliardo pari a -1%, influenzata dal trend decrescente delle altre forme di raccolta maggiormente onerose.

Gli impieghi netti verso la clientela ammontano al 30 settembre a 106,8 miliardi, in calo di 0,9 miliardi rispetto al dato del 31 dicembre 2017 per effetto delle cessioni di Npl realizzate con il progetto Exodus e delle rettifiche Ifrs 9 apportate principalmente ai crediti deteriorati.

L'aggregato degli impieghi performing risulta in crescita di 1,3 miliardi (+1,4%) rispetto al 31 dicembre 2017 e di 0,5 miliardi (+0,5%) rispetto allo scorso 30 giugno; considerando anche l'effetto dei titoli senior sottoscritti nell'ambito della cessione di crediti Exodus, i crediti performing risultano pari a 97,7 miliardi con una crescita del 3,1% rispetto al 31 dicembre 2017.

Le esposizioni nette deteriorate (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute o sconfinate) ammontano al 30 settembre 2018 a 9,1 miliardi, in calo sia rispetto al 30 giugno scorso (-3,9%) sia rispetto al 31 dicembre 2017 (-3,9 miliardi, -30%). La riduzione dell'aggregato deriva dalla cessione realizzata nell'ambito del progetto Exodus, dall'applicazione dell'Ifrs 9 che ha consentito di apportare ulteriori rettifiche su sofferenze e dalla prosecuzione dell'importante attività di work out. L'indice di copertura dell'intero aggregato dei crediti deteriorati si attesta al 50,6%, in crescita rispetto al 48,8% del 31 dicembre 2017; considerando i write-off effettuati il grado di copertura si incrementa ulteriormente al 53,9%.

Il Common Equity Tier 1 ratio (Cet1 ratio phased in) sale al 13,2% rispetto al 12,9% del 30 giugno 2018. Tale ratio beneficia dell'esercizio dell'opzione per l'applicazione integrale della disciplina transitoria introdotta dal nuovo articolo 473 bis del regolamento Ue n. 575/2013, che dilaziona nel tempo l'impatto sui fondi propri derivante dall'applicazione del nuovo modello di impairment introdotto dal principio contabile Ifrs 9. Escludendo gli impatti derivanti dall'esercizio della suddetta opzione il Cet 1 ratio fully phased è pari all'11,2%, anch'esso in crescita rispetto al 10,8% del 30 giugno 2018.

Il Tier 1 ratio è pari al 13,4% rispetto al 13,1% del 30 giugno 2018, mentre il Total Capital ratio pari al 16% rispetto al 15,8% del 30 giugno 2018.

com/cce

 

(END) Dow Jones Newswires

November 07, 2018 12:24 ET (17:24 GMT)

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