Banco Bpm: utile netto al 30/9 sale a 525 mln (53 mln in 9 mesi 2017)
07 Novembre 2018 - 6:39PM
MF Dow Jones (Italiano)
Banco Bpm ha chiuso i risultati finanziari al 30 settembre con
un utile netto 525 milioni di euro rispetto al risultato netto
senza Badwill di 52,7 milioni realizzato nel corrispondente periodo
dello scorso esercizio (il Badwill emerso a seguito del
completamento del processo di Ppa, pari a 3,076 mld, portava il
risultato economico netto dei primi nove mesi del 2017 a 3,129
mld). L'utile netto risulta quindi sopra alle attese degli analisti
e in particolare del consensus interno.
Le commissioni nette - si legge in una nota - ammontano a
1.378,9 milioni, in calo del 6,7% nel confronto con i primi nove
mesi 2017 che registravano commissioni nette pari a 1.478,3 milioni
di euro, ma sono in leggera crescita su base trimestrale (+0,1%)
grazie alla diversificazione fra differenti aree di business che ha
consentito di compensare la diminuzione delle commissioni sui
servizi di intermediazione.
La flessione è prevalentemente imputabile al comparto dei
servizi di intermediazione, gestione e consulenza, che si riduce di
78,3 milioni in valore assoluto rispetto al dato del 30 settembre
2017, principalmente per effetto delle minori commissioni upfront
di collocamento che hanno risentito del negativo trend di mercato
che ha caratterizzato il secondo e il terzo trimestre
dell'anno.
Gli altri proventi netti di gestione ammontano a 368,7 milioni e
includono le plusvalenze, per complessivi 313,6 milioni, realizzate
a seguito della cessione delle attività di banca depositaria e fund
administration a Bnp Paribas Securities Services, per 200 milioni,
e della cessione ad Anima Sgr, per 113,6 milioni, dei mandati di
gestione in delega degli attivi assicurativi svolti per conto delle
joint venture assicurative legate alla rete bancassurance dell'ex
Banco Popolare. Al netto di tali componenti, l'aggregato è pari a
55,1 milioni (74,1 milioni al 30 settembre 2017).
La raccolta diretta al 30 settembre, su basi omogenee, registra
una positiva dinamica della componente rappresentata da conti
correnti e depositi a vista (+3,7 miliardi pari a +5% rispetto a
fine 2017; + 0,9 miliardi pari a +1,2% rispetto al 30 giugno 2018).
Complessivamente l'aggregato ammonta a 102,6 miliardi ed evidenzia
un calo del 4,4% rispetto a 107,3 miliardi del 31 dicembre 2017 che
è principalmente attribuibile alla cessione delle attività di banca
depositaria avvenuta a fine settembre. Su basi omogenee la raccolta
diretta registra una diminuzione di -1 miliardo pari a -1%,
influenzata dal trend decrescente delle altre forme di raccolta
maggiormente onerose.
Gli impieghi netti verso la clientela ammontano al 30 settembre
a 106,8 miliardi, in calo di 0,9 miliardi rispetto al dato del 31
dicembre 2017 per effetto delle cessioni di Npl realizzate con il
progetto Exodus e delle rettifiche Ifrs 9 apportate principalmente
ai crediti deteriorati.
L'aggregato degli impieghi performing risulta in crescita di 1,3
miliardi (+1,4%) rispetto al 31 dicembre 2017 e di 0,5 miliardi
(+0,5%) rispetto allo scorso 30 giugno; considerando anche
l'effetto dei titoli senior sottoscritti nell'ambito della cessione
di crediti Exodus, i crediti performing risultano pari a 97,7
miliardi con una crescita del 3,1% rispetto al 31 dicembre
2017.
Le esposizioni nette deteriorate (sofferenze, inadempienze
probabili ed esposizioni scadute o sconfinate) ammontano al 30
settembre 2018 a 9,1 miliardi, in calo sia rispetto al 30 giugno
scorso (-3,9%) sia rispetto al 31 dicembre 2017 (-3,9 miliardi,
-30%). La riduzione dell'aggregato deriva dalla cessione realizzata
nell'ambito del progetto Exodus, dall'applicazione dell'Ifrs 9 che
ha consentito di apportare ulteriori rettifiche su sofferenze e
dalla prosecuzione dell'importante attività di work out. L'indice
di copertura dell'intero aggregato dei crediti deteriorati si
attesta al 50,6%, in crescita rispetto al 48,8% del 31 dicembre
2017; considerando i write-off effettuati il grado di copertura si
incrementa ulteriormente al 53,9%.
Il Common Equity Tier 1 ratio (Cet1 ratio phased in) sale al
13,2% rispetto al 12,9% del 30 giugno 2018. Tale ratio beneficia
dell'esercizio dell'opzione per l'applicazione integrale della
disciplina transitoria introdotta dal nuovo articolo 473 bis del
regolamento Ue n. 575/2013, che dilaziona nel tempo l'impatto sui
fondi propri derivante dall'applicazione del nuovo modello di
impairment introdotto dal principio contabile Ifrs 9. Escludendo
gli impatti derivanti dall'esercizio della suddetta opzione il Cet
1 ratio fully phased è pari all'11,2%, anch'esso in crescita
rispetto al 10,8% del 30 giugno 2018.
Il Tier 1 ratio è pari al 13,4% rispetto al 13,1% del 30 giugno
2018, mentre il Total Capital ratio pari al 16% rispetto al 15,8%
del 30 giugno 2018.
com/cce
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November 07, 2018 12:24 ET (17:24 GMT)
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