Nessun conflitto di interessi, diretto o indiretto, per il presidente Conte, con le decisioni che ha assunto e che è chiamato ad assumere quale responsabile dell'Autorità di governo con riguardo a Banca Carige.

E' quanto riferiscono fonti di palazzo Chigi, spiegando che in merito al professor Alpa, che risulta essere stato consigliere di amministrazione di Carige fino al 2013, il presidente Conte ha già chiarito che non ha mai avuto con lui uno studio professionale associato né ha mai costituito con lui un'associazione tra professionisti. Hanno sempre svolto in maniera distinta le rispettive attività professionali.

Quanto a Raffaele Mincione, il presidente Conte non è mai stato suo consulente né l'ha mai incontrato o conosciuto, neppure per interposta persona. Nel maggio 2018 è stato chiesto all'avvocato Conte, prima che diventasse presidente del Consiglio, di esprimere un parere pro-veritate per conto della società Fiber 4.0, di cui Mincione risulta presidente, sulla questione riguardante la legittimità, da parte della Libyan Post Telecommunications information Technology Company, del controllo su Retelit, alla luce delle regole in materia di golden power. Si tratta dunque di una questione che non ha nessun collegamento con Banca Carige.

Il rapporto professionale con la società Fiber 4.0 si è esaurito con la redazione di questo parere pro-veritate.

Non ricorrendo, dunque, le situazioni di conflitto di interesse di cui alla legge 215/2004 e all'art. 51 cpc, non sussisteva alcuna ragione, né giuridica né anche solo di opportunità, per un'astensione da parte del presidente Conte nel corso del Consiglio dei ministri che ha approvato il provvedimento relativo a Banca Carige.

liv

 

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January 08, 2019 11:57 ET (16:57 GMT)

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