L'assemblea degli azionisti di Tim si riunirà, in un'unica convocazione, il prossimo 29 marzo. Lo ha deciso il board di Tim accogliendo - a maggioranza - le richieste sollecitate da Vivendi in forza del suo 23,9% di convocare un'assise per nominare la società di revisione dei conti e revocare 5 dei 10 consiglieri in quota Elliott come Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti e nominare in sostituzione Franco Bernabè, Rob van der Valk, Flavia Mazzarella, Gabriele Galateri e Francesco Vatalaro.

Nel braccio di ferro tra soci, il fondo americano Elliott ha avuto la meglio - grazie alla compattezza dei propri 10 rappresentanti che include anche l'a.d. Luigi Gubitosi e il presidente Fulvio Conti - mettendo in minoranza quelli di Vivendi: Amos Genish, Arnaud Roy de Puyfontaine, Marella Moretti, Giuseppina Capaldo, Michele Valensise.

La richiesta dei francesi è stata accolta con conseguente inserimento degli argomenti sollecitati da Vivendi nell'agenda dell'assemblea di fine marzo 2019, che sarà chiamata anche ad esaminare il bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2018 e la relazione sulla remunerazione.

La decisione del board ha tenuto conto delle motivazioni del socio Vivendi, dell'interesse sociale ad una trattazione unitaria delle diverse materie su cui gli azionisti sono chiamati a deliberare.

Alla prossima assemblea, però, il "confronto sostanziale che si prospetta è quello sul futuro industriale di Tim e sulle persone alle quali affidarne la gestione". Quindi prosegue il muro contro muro tra soci.

L'indisponibilitá ad oggi dei risultati relativi di Tim per l'esercizio 2018 ha imposto di fare riserva di un "eventuale successivo inserimento nell'agenda assembleare del tema della distribuzione del dividendo, che sará deciso una volta disponibile il progetto di bilancio", discusso nel Cda anticipato dal 26 febbraio al prossimo 21 febbraio.

La convocazione della prossima assemblea di Tim a fine marzo non è una vittoria per Vivendi perchè avrebbe preferito un'assise entro metà febbraio. E la decisione di oggi ha generato un botta e risposta a distanza tra Vivendi ed Elliott.

Vivendi considera "deplorevoli le tattiche volte a perdere tempo utilizzate dai membri del Consiglio di amministrazione di Tim nominati da Elliott, che hanno deciso di rinviare l'assemblea degli

azionisti al 29 marzo, contrariamente a quanto previsto dallo statuto

della societá e dal Codice Civile italiano".

Vivendi, dopo aver comunicato le proprie intenzioni al Consiglio di

amministrazione l'11 dicembre 2018, ha formalmente richiesto, il 14

dicembre, che l'assemblea di Tim fosse convocata il prima possibile. Il

Consiglio ha dapprima preso atto della richiesta di Vivendi del 14

dicembre, per poi annunciare, il 21 dicembre, di aver iniziato a valutarla, rinviando la decisione al 14 gennaio, decidendo, infine, di

convocare l'assemblea degli azionisti oltre due mesi dopo.

Secondo i francesi, "queste tattiche volte a perdere tempo stanno influenzando negativamente, di giorno in giorno, i risultati finanziari di Tim, come si evince, purtroppo, dal calo del prezzo del titolo di oltre il 40% dallo scorso 4 maggio. Queste tattiche costituiscono una vera e propria negazione della democrazia degli azionisti e sono in contrasto con i piú basilari e fondamentali principi di una buona corporate governance".

Infine, Vivendi si riserva il diritto di richiedere la convocazione di una nuova assemblea degli azionisti in estate se la governance e i risultati finanziari della societá non migliorino significativamente.

Pronta la replica di Elliott che vede nella richiesta di Vivendi di mettere ai voti la revoca di 5 amministratori di Tim nella prossima assemblea annuale del 29 marzo un "ennesimo tentativo di riprendere il controllo di Tim per tornare a gestire la società nel proprio interesse individuale". Elliott è tuttavia fiducioso che questo intento abbia scarse possibilità di successo anche laddove Vivendi perseverasse nei suoi tentativi.

Il fondo americano ha cercato molte volte di avviare un dialogo costruttivo con Vivendi per appianare i contrasti e andare oltre le mere prese di posizione pubbliche. Tutti i tentativi di Elliott sono tuttavia rimasti senza risposta. Il fondo americano rimane aperto a un dialogo costruttivo nel convincimento che questo risponda al miglior interesse di tutti gli stakeholder di Tim inclusa Vivendi. Prima del voto della scorsa primavera a favore di un cambiamento, Tim risentiva delle conseguenze di un Cda che rispondeva a un solo azionista, anziché a tutti gli azionisti.

In caso di ribaltone - qualora si dovesse votare nuovamente - Elliott ritiene che gli azionisti di Tim non dovrebbero riconsegnare la società in mano a Vivendi, ma piuttosto concedere al nuovo, e indipendente, Consiglio di amministrazione e al nuovo amministratore delegato il tempo sufficiente per mettere in atto la loro strategia e creare valore duraturo a beneficio di tutti gli azionisti.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

January 14, 2019 11:25 ET (16:25 GMT)

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