Le richieste della Bce sui crediti deteriorati di Mps hanno innescato ieri i timori di provvedimenti stringenti riguardo ad altre banche italiane. Francoforte ha chiesto all'istituto senese di svalutare integralmente in un certo numero di anni non solo i nuovi non-performing loans, come previsto dall'Addendum a partire da aprile, ma anche sullo stock in essere a fine marzo. Nel dettaglio, secondo quanto riferito venerdì sera dalla banca, Bce «raccomanda a Mps di implementare, nei prossimi anni (fino alla fine del 2026) un graduale aumento dei livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere alla fine di marzo 2018, secondo una logica complementare alle indicazioni dell'Addendum».

Si tratta quindi di una raccomandazione, non di requisiti vincolanti. Inoltre è una decisione specifica per la banca, che non va estesa ad altri gruppi. Questi principi sono stati difesi nei mesi scorsi dal Parlamento Ue rispetto alle prime proposte Bce. Ieri tuttavia in borsa si è diffusa la preoccupazione che la Vigilanza possa chiedere requisiti più severi del previsto: così hanno chiuso in negativo tutte le banche italiane (Intesa Sanpaolo -1,5%, Unicredit -1,9%, Ubi -2,3%, Banco Bpm -2,4%, Bper -3,9%).

Sui nuovi flussi di npl, la Bce ha indicato nell'addendum precise aspettative di vigilanza (seppure non vincolanti e caso per caso): le banche devono svalutare i crediti non garantiti in due anni, quelli garantiti in sette. In seguito è stata definita la normativa primaria (valida per tutti in modo obbligatorio) da Parlamento e Consiglio Ue, che hanno fissato tempistiche meno gravose (si veda MF-Milano Finanza del 19 dicembre). Quanto agli stock, non esiste una disciplina primaria. A luglio, quando al vertice della Vigilanza c'era Danièle Nouy (da gennaio c'è Andrea Enria), la Bce non ha indicato aspettative specifiche, precisando che saranno basate su «una valutazione comparata di banche raffrontabili», che considererà «l'attuale incidenza degli npl» e «le principali caratteristiche della situazione finanziaria».

L'obiettivo secondo Francoforte è «conseguire lo stesso livello di copertura per le consistenze e i flussi di npl in un orizzonte di medio termine». È questa l'espressione chiave, scritta nel comunicato di luglio e ripetuta nelle lettere Srep che sono state inviate alle banche. Il mercato attende di capire come il criterio generale sarà declinato in concreto. L'applicazione della normativa da parte dei supervisori farà la differenza tra regole che proteggono da rischi e misure capaci di frenare il credito e provocare instabilità.

red/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

January 15, 2019 02:33 ET (07:33 GMT)

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