La Bce, nelle lettere inviate alle banche italiane in occasione
delle indicazioni Srep, non ha indicato norme cogenti, trasversali
a tutti gli istituti di credito, circa l'aumento delle coperture e
la svalutazione integrale delle sofferenze, al più tardi entro il
2026. Francoforte prosegue nell'analisi caso per caso, banca per
banca, e non chiederà a tutti gli istituti una svalutazione al 100%
in 7 anni.
E' quanto ha riferito una fonte a MF-Dowjones, commentando le
indiscrezioni stampa e aggiungendo che occorre distinguere "gli
auspici dalle norme cogenti".
Le raccomandazioni inviate dalla Bce a B.Mps (e rese note dalla
banca venerdì) non possono quindi, al momento, ritenersi
trasversali. Nel dettaglio, Francoforte, con specifico riferimento
alla copertura dei crediti deteriorati, ha chiesto a Mps di
assicurare costanti progressi nella riduzione dei rischi
preesistenti nell'area dell'Euro e conseguire lo stesso livello di
copertura per le consistenze e i flussi di Npl in un orizzonte di
medio termine.
In questo contesto, si raccomanda a B.Mps di implementare, nei
prossimi anni (fino alla fine del 2026) un graduale aumento dei
livelli di copertura sullo stock di crediti deteriorati in essere
alla fine di marzo 2018, secondo una logica complementare alle
indicazioni fornite nell'Addendum alle Linee guida della Bce per le
banche sui crediti deteriorati (Npl) generati a partire da aprile
2018.
I timori del mercato, relativi a una possibile decisione
trasversale del regolatore su tutte le banche, si sono fatti
sentire nella giornata di ieri con i maggiori istituti di crediti
finiti pesantemente in rosso.
Questo avviene dopo che a fine dicembre, è stato raggiunto un
accordo sul pacchetto bancario contenente una parte rilevante
relativa al trattamento degli Npl che, dopo un lungo negoziato,
aveva ricevuto un imprimatur del Parlamento Ue. Per quanto riguarda
gli Npl si è ottenuto un trattamento meno penalizzante ai fini del
calcolo dei requisiti patrimoniali delle vendite massicce operate
dalle banche a partire dal 2016, affinchè queste vendite, anche
sollecitate dal supervisore europeo e nazionale, non finiscano per
ripercuotersi negativamente sul calcolo futuro delle esposizioni
analoghe in portafoglio delle banche.
In secondo luogo è stato previsto l'ampliamento del valore
delle
esposizioni da 1,5 a 2,5 milioni per i finanziamenti operati
dalle banche
nei confronti delle piccole e medie imprese ai fini
dell'applicazione di
un minore assorbimento di capitale. Questo trattamento meno
penalizzante
era stato introdotto nella Crr nel 2013 in maniera transitoria,
quindi per un periodo limitato, e solo per le esposizioni fino a
1,5 milioni.
Appariva necessario far sì che questo trattamento di supporto
acquistasse natura permanente e fosse anche ampliato, vista
l'attuale fase economica di avviata ripresa e la caratteristica
specifica dell'economia di molti stati membri, in particolare
l'Italia, imperniata
sulla piccola e piccolissima industria.
Il testo prevede anche una migliore calibrazione
dell'assorbimento di
capitale per i finanziamenti garantiti da cessione di una quota
dello
stipendio/pensione, i quali si caratterizzano per essere una
forma di
finanziamento poco rischiosa.
Sono altresì stati introdotti una serie di correttivi per far sì
che
la nuova normativa fosse maggiormente improntata a criteri
di
proporzionalità nei confronti di banche di minor dimensione
e
complessità operativa. A tal fine si è introdotta una
definizione di
piccole e meno complesse istituzioni (quelle con totale attivo
inferiore a 5 miliardi di euro) nei confronti delle quali l'Eba
dovrà decidere una
complessiva riduzione di misure di reporting che comporteranno
una
riduzione dei costi tra il 10 e 20%, nonchè un regime
semplificato per la
gestione della liquidità di lungo periodo.
Questo accordo è stato salutato positivamente dalle istituzioni
e dalle banche italiane. "Con uno Spread che è da troppo tempo
intorno, e
talvolta sopra, ai 300 punti base e che pesa sulla catena
produttiva,
queste novità equivalgono a una compensazione di gravame", aveva
commentato Antonio Patuelli, presidente dell'Abi, al pacchetto
bancario.
Nell'incontro stampa del 21 dicembre alla presenza di Roberto
Gualtieri, presidente della Commissione per i problemi economici e
finanziari del Parlamento europeo (Econ), Patuelli aveva aggiunto:
"Meno assorbimento significa, detto volgarmente, un aumento
gratuito di capitale. Si cerca, con queste norme, di contrastare
fattori di complicazione nell'erogare prestiti a famiglie e
imprese. Sono novità che ci favoriscono" quindi nel supporto
all'economia reale.
Un diktat Bce, a tutte le banche italiane, sull'aumento delle
coperture e sulla svalutazione del 100% dei crediti, sovvertirebbe
le norme emerse dopo il lungo negoziato politico. "Non si adotterà
lo stesso trattamento per tutte le banche", garantisce la
fonte.
cce
claudia.cervini@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
January 15, 2019 05:45 ET (10:45 GMT)
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