Si è tenuto ieri a Francoforte un incontro tra i vertici di Ferrovie dello Stato e quelli di Lufthansa: all'incontro, scrive il Corriere della Sera, non era presente Gianfranco Battisti, ma c'erano tutte le prime linee di Fs supportate dai consulenti di Mediobanca e McKinsey.

I nodi, spiega il quotidiano citando una fonte vicina al dossier, sono almeno tre: il numero dell'organico della newco, sui quali pendono i maggiori interrogativi da parte dei tedeschi; la flotta di aerei a corto, medio e lungo raggio da utilizzare partendo dai 70 della proposta originaria, e qui la volontà di Fs è alzare la posta perchè significherebbe tutelare ancora più il personale di volo. L'ultimo nodo è relativo all'assetto societario: Lufthansa ha le spalle finanziarie per prendersi il 100% di Alitalia senza particolari problemi e non sarebbe comunque disposta a scendere sotto il 51% per averne il controllo in Conisglio. Ma qui la trattativa rischia di arenarsi: l'esecutivo non è disposto a scendere a compromessi e Luigi Di Maio ha chiarito che il Governo pretende di avere almeno il 51% per lo stesso motivo. Battisti però non vuole stressare i conti del gruppo ferroviario e si sarebbe detto disponibile a una partecipazione non superiore al 30%: per raggiungere quel 51% è ineludibile una quota detenuta dal Ministero del Tesoro, tramite la conversione di parte del prestito ponte da 900 milioni su cui pende un'indagine della Commissione europea per aiuti di Stato, e il coinvolgimento di un'altra azienda pubblica, come Poste I. o Leonardo Spa.

Con tutti questi paletti l'offerta congiunta Delta Airlines e Air France-Klm, per rilevare ciascuna il 20% della comapgnia, rischia di essere l'unica praticabile, ma non convince fino in fondo perchè replica il modello fallimentare sperimentato con Etihad, con una governance confusa in un mercato diventato altamente competitivo.

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January 22, 2019 02:59 ET (07:59 GMT)

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