Ima: Vacchi, continuiamo a comprare (Mi.Fi.)
18 Marzo 2019 - 8:44AM
MF Dow Jones (Italiano)
Industriale, manager ed esponente di spicco del mondo
confindustriale: Alberto Vacchi riunisce tutte queste cariche. E
riesce da oltre 20 anni a fare lievitare le dimensioni dell'azienda
di famiglia, quella Ima che è leader mondiale nella progettazione e
nella produzione di macchine automatiche per il confezionamento di
prodotti.
Un gruppo che a Bologna sfida l'altro big, Coesia,
dell'amica-rivale Isabella Seragnoli e che continua a inanellare
acquisizioni e a incrementare fatturato, margini, utile, dividendo
e portafoglio ordini. L'azienda emiliana ha archiviato il 2018 con
ricavi consolidati per 1,5 miliardi (+13,6%), un ebitda di 253,6
milioni (+15,9%), un ebit di 210,1 milioni (+13,1%) e profitti per
104 milioni (+21,5%), con una cedola salita da 1,7 a 2 euro per
azione e un portafoglio ordini balzato del 16,7% a 941,5 milioni.
Il tutto a fronte di un indebitamento passato da 50,1 a 184,6
milioni per via dei 97,7 milioni messi sul piatto per le
acquisizioni di Tmc, Petroncini e Ciemme.
A proposito di acquisizioni, dal 2010 a oggi Ima ne ha portato
17 target all'interno di un perimetro aziendale che annovera 39
stabilimenti tra Italia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Usa,
India, Malesia, Cina, India e Argentina. «I conti sono positivi e
anche le prospettive per quest'anno sono buone nonostante il calo
dell'apporto del business nel settore del tabacco che sconta
fattori esogeni, a partire dallo stop agli investimenti dei
produttori in attesa delle decisioni della Fda americana», dice
Vacchi a MF-Milano Finanza.
«Aggiungo che abbiamo indicato obiettivi prudenziali per l'anno
in corso (ricavi a 1,58 miliardi, mol di 260 milioni e utile in
crescita, ndr) proprio perché stiamo monitorando la situazione del
comparto del tabacco», specifica Vacchi. «Magari tra un paio di
mesi, se si sblocca la situazione in America, potremmo cambiare i
target». Ovviamente in meglio.
Del resto, «i mercati nei quali operiamo continuano a registrare
performance buone. E se lo scorso anno siamo cresciuti tanto negli
Usa, quest'anno contiamo di farlo in Europa e nel Far East». Con
queste prospettive, Ima «è sempre attenta alle acquisizioni. Ce ne
saranno anche quest'anno, perché il mercato è sano», specifica
Vacchi.
«La partita interessante in questa fase è la crescita
dell'automazione legata agli assemblaggi di prodotti propeduetici
ai processi industriali di settori biomedicali. Tutto ciò che è
extra-pharma sta dando molte soddisfazioni». E nonostante questo
rallentamento dovuto alle decisioni dell'Fda sul business del
tabacco, «siamo convinti della positività di questa attività.
Crediamo che i prodotti di nuova generazione del tabacco siano il
business del futuro».
Tra Ima e la controllata Gima TT la famiglia Vacchi vuole
continuare a espandere l'impero. «Per patti di riservatezza in
essere non posso fornire i target, ma nei settori legati
all'utilizzo di nuove tecnologie per le plastiche ci sono
opportunità importanti», conferma. «Entrando nel comparto del caffé
(con l'acquisizione di Spreafico Automation e dell'argentina
Termar, ndr) abbiamo approcciato una nicchia molto importante,
dinamica e sulla quale abbiamo deciso di investire. Guardiamo
sempre le opportunità anche nell'ambito del food, in primis
nell'ambito dell'automazione del processo del caffè».
L'imprenditore è anche numero uno di Confindustria
Emilia-Romagna («finirò il mandato e tornerò a occuparmi
esclusivamente dell'azienda; non ho mire su Viale dell'Astronomia»)
e anche sulla sua regione ha le idee chiare. «Negli ultimi anni
l'Emilia-Romagna è cresciuta molto, più del resto d'Italia, ma
inevitabilmente soffrirà. Soprattutto se diminuirà la propensione
all'investimento da parte degli stranieri. Sul territorio c'è
disponibilità di impianti e c'è una rete diffusa di capacità
manifatturiera che attrae i player esteri. Le istituzionali
dovranno continuare a garantirci un supporto».
Un eventuale cambio di guida politica della Regione
post-elezioni? «È importante che venga mantenuta la credibilità
istituzionale, come avvenuto in questi ultimi anni, per poter
mantenere alto il livello di attrattività degli investimenti.
Auspico quindi che le scelte politiche seguano il solco
tracciato».
red/fch
(END) Dow Jones Newswires
March 18, 2019 03:29 ET (07:29 GMT)
Copyright (c) 2019 MF-Dow Jones News Srl.