Industriale, manager ed esponente di spicco del mondo confindustriale: Alberto Vacchi riunisce tutte queste cariche. E riesce da oltre 20 anni a fare lievitare le dimensioni dell'azienda di famiglia, quella Ima che è leader mondiale nella progettazione e nella produzione di macchine automatiche per il confezionamento di prodotti.

Un gruppo che a Bologna sfida l'altro big, Coesia, dell'amica-rivale Isabella Seragnoli e che continua a inanellare acquisizioni e a incrementare fatturato, margini, utile, dividendo e portafoglio ordini. L'azienda emiliana ha archiviato il 2018 con ricavi consolidati per 1,5 miliardi (+13,6%), un ebitda di 253,6 milioni (+15,9%), un ebit di 210,1 milioni (+13,1%) e profitti per 104 milioni (+21,5%), con una cedola salita da 1,7 a 2 euro per azione e un portafoglio ordini balzato del 16,7% a 941,5 milioni. Il tutto a fronte di un indebitamento passato da 50,1 a 184,6 milioni per via dei 97,7 milioni messi sul piatto per le acquisizioni di Tmc, Petroncini e Ciemme.

A proposito di acquisizioni, dal 2010 a oggi Ima ne ha portato 17 target all'interno di un perimetro aziendale che annovera 39 stabilimenti tra Italia, Germania, Svizzera, Regno Unito, Usa, India, Malesia, Cina, India e Argentina. «I conti sono positivi e anche le prospettive per quest'anno sono buone nonostante il calo dell'apporto del business nel settore del tabacco che sconta fattori esogeni, a partire dallo stop agli investimenti dei produttori in attesa delle decisioni della Fda americana», dice Vacchi a MF-Milano Finanza.

«Aggiungo che abbiamo indicato obiettivi prudenziali per l'anno in corso (ricavi a 1,58 miliardi, mol di 260 milioni e utile in crescita, ndr) proprio perché stiamo monitorando la situazione del comparto del tabacco», specifica Vacchi. «Magari tra un paio di mesi, se si sblocca la situazione in America, potremmo cambiare i target». Ovviamente in meglio.

Del resto, «i mercati nei quali operiamo continuano a registrare performance buone. E se lo scorso anno siamo cresciuti tanto negli Usa, quest'anno contiamo di farlo in Europa e nel Far East». Con queste prospettive, Ima «è sempre attenta alle acquisizioni. Ce ne saranno anche quest'anno, perché il mercato è sano», specifica Vacchi.

«La partita interessante in questa fase è la crescita dell'automazione legata agli assemblaggi di prodotti propeduetici ai processi industriali di settori biomedicali. Tutto ciò che è extra-pharma sta dando molte soddisfazioni». E nonostante questo rallentamento dovuto alle decisioni dell'Fda sul business del tabacco, «siamo convinti della positività di questa attività. Crediamo che i prodotti di nuova generazione del tabacco siano il business del futuro».

Tra Ima e la controllata Gima TT la famiglia Vacchi vuole continuare a espandere l'impero. «Per patti di riservatezza in essere non posso fornire i target, ma nei settori legati all'utilizzo di nuove tecnologie per le plastiche ci sono opportunità importanti», conferma. «Entrando nel comparto del caffé (con l'acquisizione di Spreafico Automation e dell'argentina Termar, ndr) abbiamo approcciato una nicchia molto importante, dinamica e sulla quale abbiamo deciso di investire. Guardiamo sempre le opportunità anche nell'ambito del food, in primis nell'ambito dell'automazione del processo del caffè».

L'imprenditore è anche numero uno di Confindustria Emilia-Romagna («finirò il mandato e tornerò a occuparmi esclusivamente dell'azienda; non ho mire su Viale dell'Astronomia») e anche sulla sua regione ha le idee chiare. «Negli ultimi anni l'Emilia-Romagna è cresciuta molto, più del resto d'Italia, ma inevitabilmente soffrirà. Soprattutto se diminuirà la propensione all'investimento da parte degli stranieri. Sul territorio c'è disponibilità di impianti e c'è una rete diffusa di capacità manifatturiera che attrae i player esteri. Le istituzionali dovranno continuare a garantirci un supporto».

Un eventuale cambio di guida politica della Regione post-elezioni? «È importante che venga mantenuta la credibilità istituzionale, come avvenuto in questi ultimi anni, per poter mantenere alto il livello di attrattività degli investimenti. Auspico quindi che le scelte politiche seguano il solco tracciato».

red/fch

 

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March 18, 2019 03:29 ET (07:29 GMT)

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