I parlamentari britannici dovrebbero votare domani su una serie di opzioni alternative alla Brexit.

La prima opzione rimane l'accordo del primo ministro britannico Theresa May. Sebbene sia già stato respinto due volte, è l'unico piano di uscita che l'Unione Europea può ratificare rapidamente e resta in considerazione. La stessa May ha più volte ripetuto che "è l'unica opzione realistica".

La seconda alternativa è il no-deal, che significherebbe per il Regno Unito, lasciare l'Ue il 12 aprile senza un accordo.

Un'altra opzione riguarda l'eliminazione del backstop. In teoria significherebbe riscrivere l'accordo di divorzio dall'Ue per rimuovere la proposta di allineamento delle dogane volta a garantire un confine irlandese libero, qualora non fosse possibile firmare un accordo di libero scambio a lungo termine. Tuttavia non sembra un'opzione realistica, in quanto il blocco europeo ha sempre chiarito che la questione del backstop è intrinseca all'accordo.

La quarta alternativa riguarda un accordo di libero scambio prendendo come esempio il Canada. Implicherebbe un costo economico per la Gran Bretagna, per una relazione Ue-Uk più libera e non risolverebbe il problema del confine irlandese.

Altra opzione è l'appartenenza permanente all'unione doganale. Quest'alternativa è stata definita dal presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk come "promettente", ma poichè è stata promossa dai laburisti è improbabile che attiri il sostegno dei conservatori.

Sesta opzione è una relazione con l'Ue basata su un accordo di libero scambio come quello che possiede la Norvegia, che manterrebbe il Regno Unito nel mercato unico, accettando la libertà di circolazione, e nell'unione doganale.

L'ultima opzione riguarda un secondo referendum.

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March 26, 2019 04:03 ET (08:03 GMT)

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