Banche: ricerca Ambrosetti; clienti, digitale e tech sfide cruciali
05 Aprile 2019 - 4:32PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il contesto nel quale operano le banche è in forte evoluzione
per effetto dell'evoluzione tecnologica e dei clienti che
richiedono nuove modalità di dialogo ed interazione. Una serie di
fenomeni esogeni ed endogeni nel settore bancario rende necessaria
una profonda riflessione sulle possibili traiettorie di sviluppo
che le istituzioni finanziarie dovranno percorrere nel prossimo
futuro e che avranno un impatto ampio su tutto l'ecosistema in cui
queste operano, nessuno stakeholder escluso.
È in questo contesto che The European House - Ambrosetti e
Openjobmetis hanno realizzato la ricerca di Ambrosetti Club "Le
Banche del Futuro", con l'obiettivo di comprendere gli impatti
della transizione in atto con particolare attenzione alle
implicazioni su strategie, offering, modelli organizzativi e
"capitale umano".
La survey realizzata per la ricerca, in collaborazione con
Openjobmetis, evidenzia infatti la progressiva riduzione della
fidelizzazione delle aziende, la minore interazione delle Pmi
italiane con le banche e l'affermazione dei nuovi strumenti
digitali.
Condizioni economiche, presenza di un gestore dedicato,
strategie omni-canale e offerta di nuovi servizi sono tra i fattori
che le Pmi italiane guardano con maggiore attenzione nel
selezionare la propria banca: tutti fattori che contraddistinguono
il modello di business tipico delle aziende Fintech che già operano
su più segmenti dell'industria bancaria.
Ed è proprio in questo nuovo scenario che si inseriscono attori
"non tradizionali" - aziende Fintech e Big Tech - che fanno del
focus sul cliente e dell'uso della tecnologia il loro paradigma
operativo. Queste aziende prosperano grazie all'utilizzo
intelligente dei dati che costituisce il loro asset principale: la
conoscenza, un patrimonio tipicamente immateriale che è il vero
generatore dei loro profitti.
Siamo di fronte all'affermazione della cosiddetta
"intangible-rich economy".
"Il passaggio a un'economia in cui gli investimenti in asset
intangibili prevalgono su quelli in asset tangibili è cruciale per
il sistema bancario", sottolinea l'economista Pier Carlo Padoan,
advisor della ricerca, "ciò determina una modifica importante nella
domanda e nell'offerta di servizi finanziari, cui potenzialmente si
aggiungono nuovi servizi a valore aggiunto che non appartengono al
perimetro tipico delle aziende bancarie, ma che sono abilitati da
una più ampia ricerca e valorizzazione dei dati dei clienti".
Inoltre, se in passato gli asset tangibili (come l'infrastruttura
IT legacy e la rete degli sportelli) erano un punto di forza e una
"barriera all'entrata" per i nuovi concorrenti, con la rivoluzione
tecnologica in atto oggi si sono trasformati in barriere
all'uscita, che possono frenare l'innovazione e mettere a rischio
il ritorno economico degli operatori incumbent.
L'effetto congiunto di globalizzazione, regolamentazione e
digitalizzazione trasforma l'arena competitiva, in cui si
polarizzano i modelli di business tra grandi banche "universali" e
"specialty bank", circondate da un numero crescente di Fintech che
troveranno una relazione di competizione, co-opetition o
collaborazione con le banche. In un simile quadro gli attori che
rischiano di più sono le banche "mediane" per dimensioni e focus di
business e cioè quasi l'intero sistema bancario italiano.
"Oggi le banche tradizionali devono cambiare il proprio Dna,
traendo ispirazione dai modelli di business delle aziende Fintech,
più dinamiche e snelle", commenta Valerio De Molli, Managing
Partner & CEO di The European House - Ambrosetti. "Le Fintech
nascono per soddisfare un bisogno specifico di uno specifico
segmento di clienti e, facendo un uso intelligente dei dati delle
aziende clienti, riescono a coprire nuovi segmenti dei servizi
finanziari fino ad offrire servizi a valore aggiunto, spesso
rivolti al mondo bancario stesso".
L'analisi realizzata da The European House - Ambrosetti sui
modelli di business adottati dalle top 250 aziende Fintech a
livello globale (classificate da CB Insight) rivela che la maggior
parte di queste aziende si occupa di servizi di incasso e pagamento
e di processi bancari (entrambi pari al 25% del campione). Si
osserva, però, anche una elevata focalizzazione sulla clientela
Retail (42% del campione) e Commerciale (30% del campione,
soprattutto nelle aree degli incassi/pagamenti del B2B e dei
servizi a valore aggiunto).
In parallelo anche le Big Tech stanno già fornendo servizi
finanziari, non solo nell'area dei pagamenti ma anche del
finanziamento del capitale circolante delle aziende presenti nei
loro marketplace, favorite da un sistema regolatorio e normativo
spesso più favorevole rispetto a quello definito per gli operatori
bancari.
Quale che sia la forma del futuro ecosistema finanziario ed il
tipo di relazione, competitiva o collaborativa, tra i diversi
attori, le banche dovranno ripensare le modalità di relazione col
cliente (secondo un approccio customer-centrico) e affrontare la
trasformazione digitale, sfruttando le opportunità offerte dalle
nuove tecnologie e dotandosi di architetture IT open. Entrambi
questi aspetti determineranno un forte impatto sulle risorse umane
sia per reclutare i nuovi talenti digitali necessari alla
trasformazione, sia per trasformare il personale interno, senza il
quale sarà di fatto impossibile raggiungere il numero di persone
necessario al cambiamento, sia per definire nuovi modelli
organizzativi.
"Nella Banca del Futuro, la conoscenza e la relazione con il
cliente resteranno un asset fondamentale per le banche", commenta
Rosario Rasizza, Amministratore Delegato di Openjobmetis.
"L'evoluzione tecnologica sta però cambiando il rapporto tra
aziende clienti e banche: ciò richiederà al personale dedicato alle
attività di front- e back-office nuove competenze, sia hard
(tecnologiche) che soft (relazionali), soprattutto nei servizi a
valore aggiunto. Su tale punto occorre un deciso cambio di marcia
nella ridefinizione dei curricula di studio del sistema formativo
secondario superiore e terziario italiano, affinché si possa
colmare l'attuale mismatch tra domanda e offerta nel mercato del
lavoro nazionale. Questa è la sfida che Openjobmetis ogni giorno
insieme alle sue società controllate - Corium, HC, Meritocracy e
Seltis - si pone di affrontare puntando sulla formazione e sulla
riqualificazione dei talenti e delle competenze".
alb/ofb
alberto.chimenti@mfdowjones.it
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April 05, 2019 10:17 ET (14:17 GMT)
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