SPM Saipem Spa

La prossima udienza davanti al collegio arbitrale della Camera di commercio internazionale (Icc) di Parigi è fissata per giugno, ma Saipem e Gazprom contano di arrivare prima a chiudere con una stretta di mano la vertenza che li contrappone dal 2015 per l'interruzione unilaterale del contratto per il gasdotto South Stream. Secondo fonti legali, infatti, la soluzione auspicata dall'ad Stefano Cao è vicina. A fine marzo le parti hanno stabilito di mettere giù una bozza di accordo, che dovrebbe essere finalizzata a breve. Se l'impatto sui conti sarà marginale, il valore reale della pace ritrovata tra la società italiana e l'ex committente russo sarà di tipo commerciale, con l'accesso a nuove commesse che potrebbero essere assegnate già nel 2020.

Per ripercorrere le tappe della vicenda, spiega MF, il braccio di ferro legale è partito il 10 novembre 2015, quando Saipem ha depositato domanda di arbitrato nei confronti di South Stream Transport BV all'Icc di Parigi, chiedendo circa 760 milioni di euro per la sospensione dei lavori e la successiva chiusura del contratto. A febbraio 2016, South Stream ha respinto tutte le richieste, finendo un anno più tardi col chiedere a sua volta a Saipem un risarcimento di 541,6 milioni di euro per presunti travisamenti nel contratto. Nel frattempo, la società di ingegneria e servizi petroliferi aveva ricalcolato per difetto l'importo reclamato a South Stream, riducendolo a circa 678 milioni di euro, e successivamente a 644,6 milioni di euro. Si è arrivati cosi a fine 2018 con ulteriori depositi di domande e memorie alla corte arbitrale di Parigi. Poi, a febbraio 2019, la svolta che ha portato Saipem e South Stream Transport BV a voler negoziare "senza pregiudizio" la transazione amichevole dell'arbitrato.

red/lab

(END) Dow Jones Newswires

April 12, 2019 03:51 ET (07:51 GMT)

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