Non c'è il due senza il tre. Il prossimo 30 aprile Claudio Moro, già amministratore delegato dal 2012 al 2018 di Banca Leonardo , sarà presentato all'assemblea degli azionisti di Banca Intermobiliare di investimenti e gestioni (Bim) come nuovo amministratore delegato, una carica che nell'agosto del 2016 fu affidata a Giorgio Girelli, già capoazienda di Banca Generali , e nell'ottobre scorso a Matteo Colafrancesco, ex amministratore delegato prima e presidente poi di Fideuram.

In tre anni, scrive Milano Finanza, Bim ha perso quasi 300 milioni di euro, il titolo è crollato da 1,5 euro a 0,17 centesimi e nell'ultimo anno l'azione ha lasciato sul terreno oltre il 50%. Dall'ottobre 2017 la storica private bank torinese con 26 filiali e 140 private banker, fa capo al fondo di private equity Attestor tramite la controllata Trinity Investments Designated Activity Company, che la rilevò da Veneto Banca.

Lo scorso autunno, proprio mentre Attestor metteva le mani sul ricco patrimonio immobiliare di Bim, veniva messo a punto il nuovo piano d'impresa al 2021 che prevedeva un posizionamento della società come piattaforma attiva nella fascia alta del mercato italiano del private banking. Di pari passo era stato avviato il piano di sviluppo della rete commerciale con il reclutamento di private banker altamente qualificati. Alla fine del periodo, la redditività degli asset saliti a 9 miliardi era prevista pari a 95 punti base, in linea con le best practices internazionali.

All'approvazione dei soci arriva però un bilancio 2018 che rispetto ai dati comunicati in via preliminare lo scorso 8 febbraio, ha poi visto il board incrementare le rettifiche per 4,9 milioni di euro, dopo aver preso atto del peggioramento del merito creditizio e della relativa valutazione di alcune esposizioni creditizie. In parallelo il consiglio ha deciso di aumentare di 1,3 milioni gli accantonamenti al fondo rischi e oneri a fronte di aggiornamenti nelle valutazioni. Queste misure hanno portato a rivedere i risultati, così la perdita è salita dai 147,5 milioni originariamente previsti a 153,7 milioni, mentre il patrimonio netto consolidato è sceso a 80,8 milioni rispetto agli 87,1 stimati. Di conseguenza si sono ridotti anche i valori relativi ai fondi propri (ora a 114,7 milioni) e ai requisiti di vigilanza, anche se il CET1 al 19,7% può dirsi soddisfacente.

red/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

April 29, 2019 03:19 ET (07:19 GMT)

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