A quasi cinque anni dall'inizio dell'Unione bancaria e della vigilanza unica, c'è ancora grande incertezza su come gestire i fallimenti delle banche in Europa. Sarà questa una delle partite di rilievo della prossima legislatura Ue e non sarà facile trovare una soluzione, viste le divergenze tra Paesi del Sud e del Nord.

Il regime europeo sui fallimenti bancari, si legge su Milano Finanza, prevede oggi un sistema duale: per le grandi banche ci sono le risoluzioni e il bail-in secondo la direttiva Brrd, per quelle piccole la liquidazione secondo le leggi nazionali. Le risoluzioni Ue hanno già mostrato carenze in termini di costi e impatto sulla stabilità: basti pensare alla vicenda delle quattro banche italiane (Marche, Etruria, Ferrara, Chieti) nel 2015, quando non era ancora entrato in vigore il bail-in ed è stato applicato solo il burden sharing ad azionisti e creditori subordinati.

Nonostante i limiti già dimostrati, la Commissione Ue considera «prematuro» modificare la Brrd, secondo un documento ufficiale di valutazione della direttiva (si veda MF-Milano Finanza del primo maggio). Secondo Bruxelles «è necessario più tempo per valutare pienamente le implicazioni della direttiva», che «è stata applicata soltanto in un numero limitato di casi». La Commissione Ue ha precisato a MF-Milano Finanza che «la relazione fornisce alcune indicazioni su questioni che potrebbero essere esaminate in una fase successiva, come la possibile necessità di chiarire alcune delle condizioni per applicare la ricapitalizzazione precauzionale, o alcune considerazioni sulle misure di intervento precoce».

Una maggiore flessibilità sulle ricapitalizzazioni preventive potrebbe consentire l'intervento dello Stato in banche solventi con il burden sharing ma senza il bail-in, come avvenuto per B.Mps. Sul tema una nuova legislazione «diventerebbe subito un ulteriore campo di battaglia nel dibattito sulla riduzione/condivisione dei rischi», ha osservato Andrea Filtri di Mediobanca Securities, secondo cui le questioni evidenziate nel report della Commissione sottolineano «l'assenza di impegno nell'Ue per una vera Unione bancaria». Per Roberto Gualtieri, presidente della commissione economica del Parlamento Ue, il rapporto della Commissione è «assai poco ambizioso e non affronta le principali criticità che sono emerse nei primi anni di applicazione della Brrd. Il fatto che uno strumento come il bail-in non sia stato mai usato evidenzia che il vincolo di svalutazione dell'8% delle passività è eccessivamente rigido e va rivisto. Ancora più problematico è lo scenario per i piccoli istituti che in caso di crisi oggi non possono sfuggire alla liquidazione atomistica».

red/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

May 09, 2019 17:09 ET (21:09 GMT)

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