Trevi ripartirà con un altro assetto proprietario e una nuova governance. Mercoledì è stato definito il processo ristrutturazione che cambierà i connotati alla società di ingegneria del sottosuolo e perforazioni. Perché con la complessa manovra finanziaria, il gruppo uscirà dal perimetro di controllo della famiglia Trevisani (si è astenuta dal voto in cda) che sta cercando in tutti i modi di trovare un alleato pronto a sostenere l'esborso (45 milioni) dell'aumento di capitale approvato dal board.

In tal senso, scrive MF,con l'advisor Cassiopea sta trattando con un fondo texano per ottenere la liquidità necessaria. Intanto, da inizio anno la quota dei Trevisani (32,7%) si è diluita per le vendite di azioni (pacchetti per un totale dell'1,5%) definite da Mediobanca . Ad avere il controllo della società e del cda saranno le banche creditrici che, successivamente alla conversione di parte dei crediti vantati (310 milioni su una esposizione complessiva superiore ai 600 milioni) avranno un quota del 30-35%.

Agli istituti di credito si affiancheranno la Cdp, attraverso Fsi, e il fondo Polaris che a fronte di una ricapitalizzazione in opzione da 130 milioni hanno confermato la sottoscrizione di 77,4 milioni che garantirà loro partecipazioni unitarie del 20-25%. I Trevisani, se troveranno i capitali necessari, avranno una quota inferiore agli altri azionisti e, in caso, otterranno un posto in consiglio. Null'altro di più. Il ceto bancario garantirà poi nuova finanza per 52,6 milioni e ulteriori linee di credito a supporto del piano industriale.

red/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

May 10, 2019 02:36 ET (06:36 GMT)

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