Bce: Germania trae maggior beneficio da tassi bassi (Mi.Fi.)
20 Maggio 2019 - 08:26AM
MF Dow Jones (Italiano)
L'Eurozona ha vissuto ormai dieci anni di politica monetaria
espansiva da parte della Bce e cinque anni di tassi negativi,
coincisi peraltro con l'ultima legislatura europea. Perciò in molti
Paesi si è discusso degli effetti delle misure di Francoforte,
varate per sconfiggere la deflazione e riportare l'aumento dei
prezzi vicino ma sotto il 2%.
In particolare, scrive Milano Finanza, sono piovute critiche
dalla Germania, preoccupata per l'impatto dei bassi tassi su banche
e risparmiatori. Il dibattito è arrivato anche nel consiglio
direttivo della Bce, nel quale si è parlato di una mitigazione
degli effetti della politica monetaria attraverso una
differenziazione dei tassi negativi sui depositi per le banche. Un
ulteriore segnale che l'attuale scenario è destinato a durare
ancora per molto tempo. La Bce si è già impegnata a mantenere i
tassi invariati almeno fino a dicembre 2019, ma i mercati attendono
il primo rialzo per fine 2021. Un motivo in più per fare un
bilancio sugli anni alle spalle e per valutare chi ha beneficiato
di più dell'epoca dei bassi tassi.
Marco Valli, capo della ricerca macro di Unicredit , ha
confrontato gli interessi pagati e incassati nel 2008 e nel 2018,
analizzandoli per Paese (Italia, Germania, Francia e Spagna) e per
soggetti (Stati, banche, imprese e famiglie). Una valutazione
esatta al millimetro è impossibile: i tassi finali sono influenzati
da molti fattori, non solo dalle decisioni Bce. In sintesi, il
bilancio di Unicredit è questo: tra i vincitori ci sono lo Stato
tedesco, le banche italiane e le imprese e famiglie spagnole; tra i
perdenti ci sono le banche estere e le famiglie italiane. "I
risultati spesso contraddicono la saggezza comune", ha osservato
Valli. "Tutti i Paesi del campione, ad eccezione della Francia,
hanno registrato un miglioramento delle posizioni nette sui tassi
d'interesse".
red/lab
(END) Dow Jones Newswires
May 20, 2019 02:11 ET (06:11 GMT)
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