Unicredit: le garanzie di Mustier per Commerz (Mi.Fi.)
20 Maggio 2019 - 8:58AM
MF Dow Jones (Italiano)
Nei suoi primi anni alla guida di Unicredit Jean Pierre Mustier
non ha fatto della diplomazia la propria cifra distintiva. Al
contrario il banchiere francese si è mosso con pragmatismo nel
vecchio salotto senza troppo curarsi della cristalleria. Il credito
acquistato presso gli investitori internazionali gli ha consentito
di presentarsi come un manager di rottura, attento più al consenso
sui mercati che alle logiche del capitalismo di relazione. Una
condotta che avrebbe potuto dispiegare gli effetti più dirompenti
sulla linea Unicredit -Mediobanca -Generali.
Lungo i tre perni della cosiddetta Galassia del Nord, scrive
Milano Finanza, si ipotizzano cambiamenti da almeno 30 anni, ma
solo con Mustier la rivoluzione è davvero sembrata alle porte. A
preannunciarla sono state le schermaglie con Piazzetta Cuccia, a
partire da quella sullo Ieo-Monzino, anche se la guerra fredda non
si è mai trasformata in scontro aperto. La partita a scacchi tra
Unicredit e Mediobanca è continuata nell'autunno scorso con la
riscrittura dell'accordo parasociale della merchant, rinnovato in
anticipo per l'inaspettata uscita di Vincent Bolloré. Già in
quell'occasione però molti osservatori hanno avvertito un cambio di
linea.
Messa da parte la vendita della partecipazione in Mediobanca ,
il numero uno di Unicredit si è fatto promotore di un nuovo accordo
parasociale che, nelle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto essere
persino più stringente di quello effettivamente approvato. Una
posizione giustificata non tanto da considerazioni di carattere
finanziario, ma dalla volontà di presentarsi come il custode delle
Generali . Che la compagnia triestina guidata da Philippe Donnet
(stretto sodale di Mustier) sia un obiettivo sensibile lo
testimonia la facilità con cui prendono corpo ipotesi di
incursione. Nel marzo scorso ad esempio è bastato l'acquisto del 5%
da parte di Société Générale per mettere in subbuglio la city
milanese e costringere la banca francese a una puntualizzazione
inusuale. Ma perché un banchiere finora refrattario alla diplomazia
avrebbe scelto di presentarsi come il custode del sistema? Forse
perché, suggerisce qualcuno, oggi Mustier ha bisogno di una
contropartita da offrire in cambio del via libera a un'aggregazione
internazionale.
L'integrazione con una banca europea di dimensioni comparabili a
quelle di Unicredit e Commerzbank è senza dubbio l'obiettivo
ideale. Mustier e i suoi più stretti collaboratori (a partire dal
co-ceo Commercial Banking Western Europe Olivier Khayat e dal head
of strategy e M&A Andrea Maffezzoni) ragionano da tempo su
questa ipotesi, ma solo la rottura delle trattive con Deutsche Bank
avrebbe fatto entrare nel vivo le trattative. Secondo quanto
risulta a MF-Milano Finanza, in questi giorni il gruppo starebbe
selezionando gli advisor e molti consulenti internazionali sono
sfilati in piazza Gae Aulenti per strappare i mandati. Jp Morgan e
Lazard sembrerebbero favoriti: la prima perché ha un rapporto
consolidato con Mustier (di recente, ad esempio, ha curato il
collocamento del 17% di Fineco ), mentre la seconda vanta nello
staff di Francoforte Jorg Asmussen, già membro del comitato
esecutivo della Bce ed ex vice ministro delle Finanze tedesco.
red/lab
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May 20, 2019 02:43 ET (06:43 GMT)
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