"Siamo in un sistema a-costituzionale: senza un inquadramento costituzionale vero ci saranno sempre delle lacune e delle incertezze" nella vigilanza bancaria.

Lo ha detto il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, a margine della presentazione del volume "Vigilare le banche in Europa. Chi controlla il controllore?", curato da Stefano Lucchini e Andrea Zoppini e recentemente pubblicato da Passigli Editori.

Il volume, che esamina il meccanismo della vigilanza bancaria nell'ordinamento comunitario e nazionale è stato presentato da Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale, Antonio Patuelli presidente dell'Abi, Alessandro Profumo Amministratore Delegato Leonardo Spa e da Paola Severino Vice Presidente Luiss.

Nel libro si sottolinea che il quadro regolamentare vigente assegna alla Bce - attraverso Ssm (Single Supervisory Mechanism) un ruolo fondamentale e una cospicua discrezionalità in materia di vigilanza prudenziale, con penetranti poteri ispettivi e sanzionatori nei confronti degli enti creditizi. Al contempo, permangono alcuni poteri e prerogative spettanti alle autorità nazionali competenti in materia di vigilanza. Proprio tale raccordo di funzioni induce a considerare il rapporto tra Bce e banche centrali nazionali nell'ambito della regolazione del mercato bancario europeo.

Oggi non esiste Paese in Europa nel quale gli esponenti di vertice degli istituti bancari subiscano e siano oggetto di così numerose iniziative della magistratura inquirente e, così pure, destinatari di così tante sanzioni amministrative, come l'Italia. Il quadro che si è delineato e l'immedesimazione tra regolatore e regolato si modificano profondamente quando le banche perdono ogni riserva di attività ed entrano in concorrenza tra loro nell'ordinamento domestico e poi in una dimensione europea.

Il bail in e il fallimento di intermediari bancari hanno mostrato il costo anche sociale di tali scelte. Cio? ha generato un significativo pregiudizio non solo ai correntisti, ma anche alla fiducia degli operatori e al funzionamento del mercato.

Dal volume emerge inoltre che quando il mercato in cui operavano le banche era racchiuso nei confini nazionali, era evidente che le stesse regole dovessero valere per tutti gli operatori bancari: una banca in Sicilia non poteva essere disciplinata da regole diverse rispetto a quella trentina. Ci si deve interrogare, tuttavia, se nell'area Euro la scelta di una disciplina forzatamente uniforme fosse inevitabile, almeno in un periodo transitorio. Se una banca italiana, lituana e tedesca inevitabilmente dovessero essere soggette alle medesime regole. Uguaglianza e non discriminazione non significano sempre applicare le medesime regole quando si uniformano tradizioni imprenditoriali e modelli di regolazione profondamente diversi.

La scelta di avere posto al centro della disciplina bancaria i requisiti di patrimonializzazione, applicati in maniera incrementata e rigorosa, ha significato inevitabilmente - dietro l'apparente parita? di trattamento - favorire le banche di ordinamenti come quello tedesco nel quale la patrimonializzazione era piu? agevole e meno costosa.

pev

 

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June 10, 2019 13:29 ET (17:29 GMT)

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