Ennesimo colpo di scena per Trevi. Il lungo e complicato processo di risanamento del gruppo cesenate attivo nel settore delle perforazioni del sottosuolo registra una nuova puntata nel complesso rapporto tra la famiglia Trevisani, primo azionista con oltre il 30% del capitale, e il sistema creditizio. Perché, come annunciato oggi, "Trevi Holding, ammessa alla procedura di concordato preventivo con riserva, in qualità di socio di Trevi Fin, ha ottenuto l'autorizzazione da parte del Tribunale competente di convocare un'assemblea di Trevi Fin per la revoca degli amministratori e la contestuale nomina del nuovo cda", si legge in una nota della società capogruppo.

Un passaggio delicato, si legge su MF, che rischia di scombussolare i piani definiti dal management del gruppo industriale, a partire dal chief restructuring officer, Sergio Iasi, che prevedono un aumento di capitale da 130 milioni, la conversione di gran parte del debito bancario (vicino ai 700 milioni), fino a un massimo di 310 milioni, la vendita delle controllate Drillmec e Petreven, l'ottenimento di nuove linee di credito e il consolidamento e riscadenziamento dell'indebitamento residuo.

red/alb

 

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June 25, 2019 02:44 ET (06:44 GMT)

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