Fitd, Credito Sportivo e Mediocredito in campo per il

salvataggio di B.Carige. Lo scrive Il Sole 24 ore spiegando che la

proposta finale verrà messa nero su bianco solo tra due-tre settimane,

giusto al termine della due diligence che è in corso. E di certo da qua ad

allora ogni tassello dovrà andare al suo posto.

Il piano per la messa in sicurezza di Carige, precisa il giornale,

prevede un intervento misto che, nelle intenzioni di chi è al lavoro sul

dossier, eviterebbe alla banca ligure di finire in ricapitalizzazione

precauzionale o liquidazione coatta. Per rimettere in carreggiata Carige

si rende necessaria la copertura di un fabbisogno compreso tra 700 e 800

milioni circa. Resta da capire quale sia la struttura finanziaria

dell'operazione, che è ancora da definire nel dettaglio. Gli advisor sono

al lavoro sul tema, ma è possibile che l'ammontare venga coperto da una

componente cash a cui potrebbe abbinarsi l'emissione di debito

subordinato. Pivot dell'operazione, come detto, sarebbe l'intero sistema

delle banche italiane.

Nei piani in discussione, lo Schema volontario convertirebbe in capitale

circa 315 milioni del bond subordinato detenuto oggi, cifra a cui

aggiungerebbe un ulteriore esborso -tramite il Fitd, che

ha la potenza di fuoco sufficiente- di circa 200 milioni.

Le banche chiedono garanzie ai soci attuali di Carige, a partire dalla

famiglia Malacalza, che con il 27,7% del capitale detenuto oggi dovrà dare

il suo placet in assemblea all'intera operazione. Chiamati a collaborare

sono ovviamente anche gli altri soci, da Raffaele Mincione a

Gabriele Volpi ad Aldo Spinelli.

Questo per il fronte degli azionisti privati. Perché l'altra gamba

dell'operazione di sistema su Carige è costituita dal versante pubblico,

il cui impegno complessivo secondo alcune stime dovrebbe attestarsi

attorno ai 200 milioni. Si guarda in particolare a due enti economici

pubblici, che sono già stati sondati dal Tesoro: MedioCredito-Banca

del Mezzogiorno e Credito Sportivo. Il primo soggetto sta analizzando il

dossier in queste ore per definire l'impegno potenziale. Che sarebbe

comunque limitato a non oltre il 25% del patrimonio (quota massima

investibile in un solo asset), e quindi non oltre i 50-60 milioni, cifra

eventualmente elevabile se si trattasse di debito.

Della partita potrebbe essere però anche il Credito Sportivo, banca

controllata dal Mef con una quota diretta dell'80%. L'istituto è una

realtà in salute, dotata di un patrimonio di circa 800 milioni di euro. A

quanto risulta al quotidiano, l'istituto sarebbe pronto a valutare il

dossier, pur nel rispetto delle finalità specifiche della banca e della

bontà del progetto industriale che sarà proposto.

L'obiettivo del Fondo è quello di deliberare una proposta di intervento

sulla banca ligure nella seconda metà di luglio. In quell'occasione

all'esame del board arriverà anche l'offerta avanzata lunedì sera da

Apollo. Nella prima versione inviata informalmente all'advisor, il piano

proposto dal fondo americano prevedeva un investimento di 125 milioni, a

cui si aggiungeva la sottoscrizione di un bond subordinato da parte del

Fitd di altri 125 milioni e l'emissione sul mercato di un altro bond da

240 milioni, oltre alla conversione del subordinato da 320 milioni

sottoscritto dallo Schema. Proposta giudicata irricevibile dalle banche

stesse.

vs

 

(END) Dow Jones Newswires

June 26, 2019 03:32 ET (07:32 GMT)

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