Eni: Descalzi querela Amara per diffamazione
17 Luglio 2019 - 1:14PM
MF Dow Jones (Italiano)
A seguito di quanto pubblicato oggi da alcuni organi di stampa
in relazione alla memoria difensiva sottoposta dall'avvocato Piero
Amara alla Procura di Milano, l'a.d. di Eni, Claudio Descalzi, ha
depositato questa mattina presso la stessa Procura una querela per
diffamazione aggravata nei confronti di Piero Amara. Vengono
smentite in modo categorico le affermazioni rese dall'avvocato
Amara attraverso la propria memoria depositata dal suo difensore
nel procedimento cs. depistaggio, dichiarazioni assolutamente prive
di fondamento e di contenuti diffamatorio dell'a.d. di Eni, si
legge in una nota.
Eni informa altresì che, a seguito delle dichiarazioni rese il 2
luglio 2019 dall'avvocato Giuseppe Calafiore presso la Procura di
Milano e pubblicate il 13 luglio da una testata giornalistica
nazionale, e delle dichiarazioni rese dal dottor Vincenzo Armanna
alla stessa testata, il Chief Services & Stakeholder Relations
Officer della società, Claudio Granata, ha sporto denuncia per
calunnia presso la Procura di Milano nei confronti di Calafiore e
dell'avvocato Piero Amara, e per diffamazione aggravata nei
confronti di Vincenzo Armanna.
Le affermazioni avanzate dai tre soggetti denunciati, volte a
configurare gravi accuse di reato, sono state a più riprese
smentite da Claudio Granata poiché riportano circostanze false e
per di più prive di qualsiasi logica e fondamento.
Eni, inoltre, ha contestualmente esposto ai magistrati che
indagano sulla vicenda l'ipotesi di valutazione della sussistenza
degli estremi per concorso in truffa ai danni di Eni da parte di
Francesco Mazzagatti, azionista ed amministratore del gruppo Napag,
che ha posto in essere quantomeno una truffa contrattuale ai danni
di Eni nell'ambito della nota vicenda White Moon, e dell'Avvocato
Piero Amara, che dal verbale reso come persona informata dei fatti
dall'ex dipendente Eni, Salvatore Carollo, risulta comproprietario
della stessa società.
Secondo quanto emerge dai verbali, Amara a Armanna sarebbero tra
i soggetti coinvolti nel cosiddetto presunto depistaggio, una sorta
di falso complotto che sarebbe stato organizzato al fine di
depistare le indagini delle autorità inquirenti sull'acquisizione
del blocco Opl245 in Nigeria da parte di Eni e Shell, avvenuta in
realtà diversi anni prima.
In merito a questa e al relativo processo in corso presso il
Tribunale di Milano, Eni sta affrontando il procedimento con la
massima serenità ed è confidente che il dibattimento in corso
continuerà a confermare la totale estraneità della compagnia a
fatti che non sussistono e non la riguardano, dimostrando altresì
che Eni ha operato in modo lecito e legittimo, come hanno delineato
le verifiche interne che gli organi di controllo della compagnia
hanno affidato a più riprese ad advisor indipendenti internazionali
e come confermato dal dibattimento, dove nulla è finora emerso di
diverso. In merito al cosiddetto presunto depistaggio, Eni si è
dichiarata parte offesa già in data 9 maggio 2019.
La compagnia perseguirà con vigore e in ogni sede opportuna la
tutela della propria reputazione nei confronti di chiunque, sia che
abbia già confessato un proprio coinvolgimento, sia che altrimenti
risulti responsabile di eventuali condotte censurabili che si
potranno evincere a esito dalla conclusione delle attività di
indagine in corso o dagli accertamenti interni in itinere ed ha già
da tempo agito ed operato conseguentemente (e continuerà a farlo)
presso ogni opportuna sede.
gug
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July 17, 2019 06:59 ET (10:59 GMT)
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