Marco Astorri è combattivo e pronto a ribattere punto su punto all'atto di accusa mosso dal fondo newyorkese Quintessential. Il presidente e fondatore di Bio-on, società attiva nelle bioplastiche e quotata sull'Aim (di gran lunga la prima per capitalizzazione sul listino dedicato alle pmi), durante l'intervista in esclusiva concessa ieri a Class Cnbc ha tentato di smontare le 25 pagine dell'equity report di Quintessential intitolato "Bio-on : una Parmalat a Bologna?" che hanno portato il titolo a essere sospeso a ribasso (-10,3% a 49,6 euro) per l'intera seduta.

A partire dalla prima pagina - scrive MF - quella dove il fondo precisa che ha un interesse economico nella discesa del prezzo del titolo. "Sono solo speculatori, che vogliono distruggere più di dieci anni di duro lavoro", esordisce Astorri. "Noi siamo trasparenti e intendiamo tutelarci avviando azioni legali". Effettivamente speculatori lo sono, come conferma Gabriele Grego, managing partner di Quintessential Capital, durante l'altra intervista esclusiva concessa dagli americani sempre a Class Cnbc. Quintessential si definisce infatti un fondo "attivista", uno di quelli che investe short dopo aver fatto una due diligence e aver riscontrato (secondo i loro parametri) situazioni aziendali molto problematiche.

Rende poi pubbliche le informazioni con lo scopo di guadagnare sul crollo del titolo. Nonostante l'opinabilità del metodo il loro track record annovera tra le operazioni i casi Globo Plc (Lse, Aim) e Folli Follie (Athex), entrambe poi fallite. La prima accusa rivolta a Bio-on è quella di essere un "castello di carte" con un fatturato e crediti "simulati" grazie a un network di scatole vuote. "L'informazione è completamente falsa", spiega Astorri.

"Le nostre operazioni sono tipiche di tutte le multinazionali del mondo, i crediti che vantiamo verso le joint venture che abbiamo creato con i nostri partner sono già stati incassati in parte e presto saranno incassati completamente; non c'è nulla di misterioso, è stato comunicato tutto". Il fondo punta inoltre il dito sul fatto che Bio-on ha una posizione finanziaria precaria e che brucia cassa per 21 milioni l'anno. "Noi non bruciamo cassa, noi investiamo perché stiamo crescendo molto", dice Astorri. "L'azienda, come più volte comunicato al mercato, ha cominciato a produrre quest'anno e gli effetti sul bilancio si vedranno ovviamente con il bilancio del 2019". Il fondo Quintessential mette poi in dubbio l'avviamento della produzione nel sito di Castel San Pietro Terme (Bologna). "Sono andato personalmente a fine giugno a controllare e ho trovato un sito ancora non completo", dice Gabriele Grego. Decisa la replica di Astorri: "Il sito è aperto, produttivo e visitabile da chiunque ne faccia richiesta".

red/cce

 

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July 25, 2019 02:39 ET (06:39 GMT)

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