Gli indici azionari statunitensi proseguono in calo, a causa dei timori degli investitori sul fatto che la crescente escalation nella guerra commerciale tra Washington e Pechino possa spingere l'economia americana in recessione.

Il Dow Jones tratta in ribasso dello 0,8% e quello sull'S&P 500 dello 0,64%. Il Nasdaq Composite perde lo 0,67%.

Gli indici azionari rimangono però non lontani dai massimi recenti, fortemente decorrelati dall'andamento del mercato obbligazionario. "Se i rendimenti dei Treasury continuano a scendere, allora l'azionario è chiaramente in errore, dato che i bond stanno prezzando l'arrivo di una profonda recessione", commenta Neil Dwane, global strategist di Allianz Global Investors.

"L'orso è vivo e sta scalciando", commenta Mike Wilson, chief Us equity strategist di Morgan Stanley.

Le tensioni tra le due superpotenze sembrerebbero avere un impatto maggiore del previsto sulla crescita Usa, aumentando il rischio di recessione, commentano gli esperti di Goldman Sachs, evidenziando come a parer loro le due superpotenze non riusciranno a raggiungere alcun accordo prima delle elezioni presidenziali del 2020.

Gli economisti si aspettano un effetto negativo dello 0,6% sull'espansione del Pil americano. "I timori che le tensioni commerciali scateneranno una recessione stanno crescendo", rimarca lo strategist Jan Hatzius. Gli analisti stimano che il presidente statunitense, Donald Trump, metterá in atto la minaccia di ulteriori dazi sui beni cinesi a partire da 1* settembre, portando l'economia del Paese a crescere solo dell'1,8% nel quarto trimestre, 20 punti base in meno rispetto alle previsioni precedenti.

"L'effetto dell'incertezza politica può portare le aziende a ridurre le spese in conto capitale, mentre aspettano che la disputa si risolva. Allo stesso modo, l'effetto di un maggior pessimismo può portare le imprese a investire, assumere e produrre meno", precisa l'esperto.

Venerdì scorso, il presidente degli Stati Uniti ha incrementato i timori su un rinvio delle trattative dei due Paesi, affermando di non essere pronto a firmare un accordo commerciale con la Cina.

"Le cose con Pechino stanno andando molto bene ma non siamo ancora pronti firmare un'intesa. Abbiamo tutte le carte in regola" nei negoziati commerciali, ha dichiarato Donald Trump, sottolineando che l'incontro tra le delegazioni delle due superpotenze, previsto per settembre, potrebbe non avere luogo. "Vediamo se Pechino confermerá o meno il meeting. Saremo soddisfatti in qualunque caso, sia se l'incontro verrá confermato sia se verrá annullato".

A pesare sugli indici è inoltre l'intensificazione delle violenti proteste all'aeroporto internazionale di Hong Kong che ha cancellato tutti i voli in partenza prevista per la giornata. Le manifestazioni hanno colpito il centro finanziario a giugno e rappresentano una delle maggiori sfide popolari che il leader cinese, Xi Jinping, deve affrontare da quando è presidente.

Durante la settimana gli investitori presteranno particolare attenzione ai dati sull'inflazione americana, per indicazioni sulle possibili future mosse sui tassi della Federal Reserve. "Dato il basso tasso di disoccupazione e la forte fiducia dei consumatori, è improbabile che ci sia a breve una recessione americana", commenta Patrick Spencer, managing director di Baird.

Sul fronte valutario il cambio euro/usd tratta a 1,1217.

Sull'obbligazionario il rendimento del T-Note decennale è dell'1,666% e quello del biennale dell'1,587%.

lus

 

(END) Dow Jones Newswires

August 12, 2019 11:09 ET (15:09 GMT)

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