Banche: Uilca, in 1* sem calano margini italiane, salgono utili
13 Agosto 2019 - 12:52PM
MF Dow Jones (Italiano)
Scendono costi e ricavi, mentre gli utili salgono a doppia
cifra.
Si potrebbe sintentizzare così la fotografia scattata dal centro
studi Uilca Orietta Guerra sull'andamento riportato nel primo
semestre dai primi undici istituti di credito italiani. In
particolare, il panel analizzato comprende Intesa Sanpaolo,
Unicredit, B.Mps, Banco Bpm, Ubi B., Bper, Credem, Volksbank,
Creval, B.Desio e B .P.Sondrio.
Lo studio mostra infatti come i maggiori istituti del Paese
abbiano visto contrarsi gran parte dei parametri del conto
economico, ad eccezione dell'utile netto, sostenuto tuttavia da
alcune operazioni straordinarie effettuate nel periodo.
Numeri alla mano, il margine d'interesse è sceso del 3,5% a
livello tendenziale a 12,77 miliardi di euro, con una contrazione
di 0,47 miliardi. Le commissioni, a loro volta, sono diminuite del
3,6% a/a a 10,44 miliardi, in flessione di 0,39 mld rispetto al
dato complessivo riportato a fine giugno dello scorso anno. In
flessione del 7,6% anno su anno sono poi i ricavi da negoziazione,
calati di 0,39 miliardi a 2,06 mld. Complessivamente, i ricavi si
sono così ridotti del 5,2% a 26,48 miliardi, con una perdita in
termini assoluti di 1,46 mld.
Come detto, a crescere è invece l'utile netto, migliorato del
14,9% a 6,52 miliardi, ossia di 0,85 miliardi. Degli istituti
analizzati dal sindacato, solo Volksbank ha chiuso il primo
semestre in rosso, contabilizzando una perdita di 102 milioni.
Complessivamente, il cost/income di periodo vede poi un leggero
peggioramento dal 55,3% del giugno 2018 al 56,2% con cui si è
chiuso il primo semestre di quest'anno.
L'indagine della Uilca mostra anche la sostanziale resilienza di
Intesa Sanpaolo e Unicredit. Escludendo i risultati di queste
ultime dal computo totale - le due banche, assieme, cubano oltre
5,5 miliardi di utili semestrali, in miglioramento di quasi 1,2 mld
rispetto a giugno 2018 - la situazione cambia infatti notevolmente:
i ricavi da negoziazione flettono di quasi il 30% a 0,28 miliardi,
il margine d'interesse si contrae del 5,8% a 4,12 mld e soprattutto
con utili netti risultano in calo del 25,4% a 1,01 miliardi.
Sul fronte della pulizia di bilancio, la fotografia elaborata
dagli esperti della sigla mostra come nell'ultimo semestre il
totale dei crediti deteriorati sia diminuito di 4,1 miliardi di
euro, per una massa complessiva che si è ulteriormente ridotta a
55,24 miliardi (di cui 22,27 mld di sofferenze e 31,46 mld di utp).
Allo stesso modo, la ratio tra crediti deteriorati e crediti
complessivi si è compressa al 4,32% dal 4,63% di fine 2018.
Per quanto riguarda la forza lavoro, infine, nell'ultimo
semestre gli organici delle banche esaminate si è asciugato di
altri 4.818 dipendenti. I tagli numericamente più elevati sono
stati effettuati da Unicredit, Intesa Sanpaolo e B.Mps, che hanno
sfoltito le linee rispettivamente di 2.242, 1.229 e 906 unità. In
controtendenza Credem, B.Desio e B.P.Sondrio che hanno incrementato
la forza lavoro di 28, 8 e 2 dipendenti, mentre Creval ha
registrato lo stesso dato di fine dicembre 2018 (3.668 lavoratori a
libro paga).
"Quando accade una contrazione dei ricavi contemporaneamente
alla riduzione dei costi operativi è necessario chiedersi se la
continua riduzione delle spese, soprattutto del personale è la via
corretta per accrescere il valore d'impresa, oppure se vi sono
altre strade da percorrere", ha commentanto il Segretario Generale
della Uilca, Massimo Masi.
red/ofb
(END) Dow Jones Newswires
August 13, 2019 06:37 ET (10:37 GMT)
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