Un altro round dello scontro tra Bio-on e il fondo Quintessential (Qcm) si è svolto ieri con la pubblicazione della semestrale della società bolognese (crollata ieri sull'Aim Italia del 48% a 10 euro). A margine di un'intervista esclusiva a Class Cnbc (tv del gruppo Class E. che assieme a DowJones & Co. controlla questa agenzia) il presidente di Bio-on Marco Astorri ha sollevato alcuni interrogativi sulla vicenda che ha coinvolto il gruppo della chimica verde, parlando di un attacco industriale e non finanziario. Pronta la replica di Qcm, che in una nota ha confermato i dubbi sulla sostenibilità aziendale.

Quanto ai conti del primo semestre, Bio-on ha rgeistrato ricavi per 900 mila euro contro i 6,1 milioni dello stesso periodo 2018, una perdita di 10,1 milioni (da -2,9), un indebitamento a 41 milioni (raddoppiato rispetto al dato di fine 2018) e un patrimonio che si è ridotto di 10 milioni attestandosi a 47,5 milioni.

Domanda. Presidente Astorri, partiamo da questi dati, dove sono finiti i ricavi?

Risposta. Si tratta di una precisa strategia dell'azienda, che ha volutamente rallentato nella prima parte dell'anno la concessione di licenze, assegnando quattro opzioni da trasformare in licenze nella seconda parte dell'anno. C'era un progetto molto importante di valorizzazione delle licenze che è stato interrotto dall'attacco di Quintessential.

D. Il bilancio 2018 segnava ricavi per 51 milioni e un utile di 12 milioni, mentre ora la semestrale dice che i ricavi non arrivano al milione e ci sono perdite per 10 milioni. Perché non ha spiegato prima la sua strategia?

R. Bio-on è un'azienda che ha una tecnologia incredibile e deve strategicamente comunicare e generare contratti in maniera opportuna.

D. Lei prevede di chiudere il 2019 con un fatturato di 20 milioni e un ebitda per 8 milioni; come pensa di fare?

R. Intanto abbiamo già firmato un contratto da 10 milioni nel settore del beverage. Inoltre ci sono altri contratti in trattativa che portano ai target. In più, rifaremo il piano industriale.

D. Nella semestrale c'è l'annuncio che il vostro nomad, Envent Capital, ha rinunciato all'incarico. Che segnale è?

R. Con il nomad c'era un rapporto non più condiviso. Noi comunque abbiamo annunciato di voler cambiare il mercato, passando dall'Aim allo Star

D. Ritiene opportuno un passaggio allo Star con 588 mila euro in cassa e debiti per oltre 40 milioni di euro?

R. Noi ci crediamo, siamo fiduciosi che l'azienda possa riprendersi. I clienti non mancano e non scordiamoci che quello che è accaduto a Bio-on non è accaduto per caso: siamo stati la prima azienda al mondo ad aver un impianto produttivo di una plastica naturale scoperta 100 anni fa. Siamo partiti come un'azienda che voleva fare solo innovazione e pensavamo di non dare fastidio a nessuno. Siamo entrati in un mercato da 400 miliardi di dollari.

D. Sta dicendo che siete stati oggetto di un attacco industriale perchè la vostra tecnologia fa paura?

R. Noi badiamo solo a lavorare, però ci sono molte coincidenze che lo fanno pensare.

red/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

October 02, 2019 02:31 ET (06:31 GMT)

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