Si aggiorna a domani - con le repliche attese da parte dei francesi e le controdeduzioni del Biscione - l'udienza presso il Tribunale di Madrid che vede contrapposte Mediaset Espana e Vivendi. Come noto, il motivo del contendere è la richiesta avanzata da parte della media company transalpina di sospendere in via cautelare la delibera con cui l'assemblea dei soci di Mediaset Espana aveva approvato il progetto di fusione in Mfe. Una vicenda che si interseca con la battaglia in corso ormai da due anni in Italia tra i due gruppi.

Questa mattina, secondo quanto risulta, il giudice a cui è affidato il procedimento ha respinto la richiesta avanzata da Vivendi di ascoltare i periti nominati da quest'ultima e al tempo stesso ha accolto la richiesta del gruppo di Cologno Monzese di mettere agli atti che già a partire dal 2015 - in tempi non sospetti e dunque ben prima che si concretizzasse il tentativo di scalata al gruppo italiano da parte dell'azienda guidata da Arnaud de Puyfontaine - Mediaset aveva commissionato uno studio per analizzare le possibili sinergie ricavabili da un eventuale fusione tra le attività italiane e quelle spagnole del gruppo.

Nell'ambito del procedimento, Mediaset Espana contesta a sua volta la legittimità della domanda di sospensione della delibera, ritenendola fondata su questioni di competenza del diritto italiano e olandese: Vivendi ha infatti impugnato lo statuto di Mfe proprio nei Paesi Bassi, dove Mediaset ha creato la holding che ospiterà il polo tv europeo di prossima costituzione.

Sempre stando alla linea del Biscione, il provvedimento cautelare sarebbe da respingere in mancanza della condizione essenziale del cosiddetto 'periculum in mora', ossia il pericolo o il danno causato da un'azione tardiva: in Spagna, infatti, i francesi hanno acquistato l'1% di Mediaset Espana solo dopo che l'operazione Mfe era stata annunciata al mercato.

ofb

MF-DJ NEWS

0216:27 ott 2019

 

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