Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha firmato l'ordine per l'imposizione di sanzioni e l'aumento dei dazi sull'acciaio nei confronti della Turchia, minacciando anche l'uso di sanzioni finanziarie se Ankara dovesse continuare l'offensiva militare nel nord-est della Siria, iniziata dopo che Trump ha deciso di procedere al ritiro delle truppe americane dalla regione.

Il presidente americano ha discusso anche in sede privata con l'omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, e il comandante curdo, Mazloum Abdi, sollecitandoli a negoziare la fine delle violenze, hanno riferito funzionari dell'amministrazione Usa.

Le prime azioni punitive contro la Turchia e i tentativi degli Usa di avviare le negoziazioni giungono tra le critiche del Congresso, secondo cui la decisione di Trump ha lasciato le milizie curde totalmente esposte all'attacco turco, nonostante queste abbiano fornito il loro supporto e aiuto a Washington nella lotta allo Stato islamico. Intanto, sia i deputati democratici che quelli repubblicani hanno dichiarato la loro intenzione di voler accelerare l'imposizione del pacchetto di sanzioni già a partire da oggi.

"Sono pronto a procedere alla distruzione dell'economia turca se i leader ad Ankara continueranno lungo questa pericolosa e distruttiva strada", ha detto ieri Trump. "Sfortunatamente, la Turchia non sembra voler mitigare gli effetti dell'invasione", ha aggiunto.

Membri dell'amministrazione hanno riferito che Trump non sarebbe disposto a inviare una delegazione ad Ankara con così breve preavviso se non pensasse che un cessate il fuoco possa essere raggiunto, rimandando al mittente anche la critica per cui gli Usa hanno provocato gli attuali disordini lungo il confine tra la Siria e la Turchia, insistendo sul fatto che Ankara è l'unica responsabile.

I convogli militari siriani si sono trasferiti ieri in città lungo il confine settentrionale con la Turchia, incoraggiati dall'intesa appena siglata con le autorità curde. I soldati siriani hanno issato la bandiera nazionale a Ain Eissa, una città a nord di Raqqa, l'ex capitale de facto dello Stato islamico.

L'amministrazione americana ha riferito che gli Usa potrebbero dapprima imporre sanzioni che non dovrebbero infliggere parecchi danni, ma potrebbero in seguito intensificarle fino a distruggere l'economia turca.

Le sanzioni che il dipartimento del Tesoro americano ha imposto ieri colpiscono i ministri turchi della Difesa, degli Interni e dell'Energia, insieme ai loro dipartimenti, così come qualsiasi persona o attività che contribuisca alle azioni destabilizzanti della Turchia nel nordest della Siria, minacciando le banche turche con la perdita del diritto di accesso al mercato del dollaro". Potrebbero inoltre essere aumentati i dazi sull'acciaio sino al 50%, benché gli Usa avessero autorizzato una loro riduzione a maggio.

Il Tesoro ha dichiarato che concederà delle deroghe per evitare che le sanzioni non garantiscano la soddisfazione dei bisogni energetici del Paese e che permetterà alle autorità e agli imprenditori che lavorano per il Governo americano di continuare a fare affari con le autorità e i dipartimenti turchi che sono stati inseriti nella lista nera.

Gli Usa hanno continuato ieri il loro ritiro dalle basi al confine dopo aver evacuato i diplomatici nella notte tra domenica e ieri. Le autorità americano sostengono infatti che l'invasione turca rischi di provocare la destabilizzazione dell'intera regione, di minare la vittoriosa campagna americana contro Daesh, di peggiorare la crisi umanitaria e di permettere la commissione di crimini di guerra.

"La Turchia deve immediatamente cessare l'offensiva unilaterale nel nord-est della Siria e tornare al tavolo di dialogo sulla sicurezza regionale con gli Stati Uniti" per evitare altre dolorose sanzioni, ha dichiarato il segretario di Stato, Mike Pompeo, ieri.

La minaccia di vietare l'accesso ai mercati statunitensi e alle valute internazionali nei confronti delle banche turche rischia di avere effetti peggiori per l'economia di Ankara rispetto alle sanzioni di ieri. Trump ha anche detto che l'amministrazione fermerà i negoziati per un accordo commerciale con la Turchia da 100 miliardi di dollari.

I deputati hanno fatto sapere di essere pronti a varare sanzioni con effetti ancora più rigidi, temendo che il presidente non tenga fede alle sue minacce.

La speaker della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, ha detto di aver parlato con il senatore Lindsey Graham sulla possibilità di promuovere un pacchetto di sanzioni bipartisan a livello bicamerale, una mossa molto più efficace rispetto a quella ideata dalla Casa Bianca.

Graham, un alleato del presidente che ha fortemente criticato la sua decisione di trasferire le truppe dal nord-est della Siria, si è unito alla dichiarazione di Pelosi.

Dopo l'annuncio sull'inizio delle trattative, Graham ha dichiarato di aver partecipato al dialogo che Trump "sta conducendo con i leader coinvolti nel conflitto e che la autorità necessitano di tempo e spazio per raggiungere i nostri comuni obiettivi".

Il presidente americano ha detto che le unità rimosse dal confine saranno ricollocate nella regione e che solo un piccolo contingente sarà lasciato nel presidio di Tanf nel sud della Siria. Trump è stato soggetto a un'intensa ondata di critiche da parte dei membri del Congresso, anche repubblicani, per non avere ascoltato chi avvertiva che Ankara avrebbe avviato uno scontro con la popolazione curda nel nord della Siria se Washington avesse sgomberato la strada e rimosso le truppe dalla regione.

Le precedenti espressioni di Trump di un certo grado di comprensione e simpatia nei confronti della decisione di Erdogan di invadere la Siria hanno alimentato le loro preoccupazioni. Molti esperti di sicurezza nazionale temono che questa mossa possa provocare vittime civili su larga scala e violazioni dei diritti umani, possa anche dare spazio all'Isis per riguadagnare influenza e minare anni di tentativi per spezzare la morsa del presidente siriano, Bashar al-Assad, sul Paese.

Il Governo francese ha detto di aver sospeso la vendita di armi e altri mezzi militari che potrebbero essere usate nell'offensiva turca in Siria. I media tedeschi hanno detto che Berlino sta facendo lo stesso.

Intanto, l'Unione Europea ha riferito che varerà un regime sanzionatorio nei confronti di società e individui coinvolti nella trivellazione illegale degli idrocarburi", dopo che la Turchia ha intrapreso tale attività al largo della costa di Cipro.

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October 15, 2019 02:59 ET (06:59 GMT)

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