E' partita la moral suasion di Banca d'Italia nei

confronti delle principali private bank italiane al fine di valutare un

possibile merger con Banca Intermobiliare (Bim), l'ex salotto buono della

Torino bene (per anni punto di riferimento di Carlo De Benedetti e altri

big, come Luca Cordero di Montezemolo) che dopo il fallimento di Veneto

Banca, era finita tra gli attivi della liquidazione coatta amministrativa

e, al termine di un'asta competitiva, è passata ad Attestor Capital, fondo

che gestisce la società di investimento Trinity Investments Designated

Activity Company e ha fondi in gestione per circa 4 miliardi di dollari.

Al centro del pressing di Via Nazionale non ci sarebbe solo Bim, ma anche

un'altra private bank milanese riconducibile a una nota famiglia lombarda.

Banca Generali avrebbe guardato il dossier della boutique torinese e

avviato trattative informali che però si sarebbero già interrotte. E'

quanto ha riferito una fonte a MF-Dowjones aggiungendo che una delle

motivazioni dello stop potrebbero risiedere nel prezzo che avrebbe

comportato un'operazione di questa natura.

A fine settembre il Cda di Bim ha approvato il nuovo Piano industriale

al 2024 che non esclude operazioni straordinarie. "Il conseguimento degli

obiettivi del Piano strategico potrà comportare anche possibili

acquisizioni o integrazioni che, valutate in termini di creazione di

valore, potranno essere funzionali al conseguimento di economie di scala

competenze e know-how specialistici", si legge nel comunicato di

presentazione del business plan. C'è anche un mandato in mano a

Vitale&Associati per sondare potenziali partner.

Gli azionisti e il management di Bim hanno optato al momento per una

strada diversa che prevede il lancio di uno o più aumenti di capitale fino

a un massimo di 100 milioni di euro a partire da gennaio 2020.

Il socio di maggioranza Trinity Investments, sta contribuendo con un

sostegno patrimoniale di 44 milioni di euro.

Il Piano approvato prevede un focus particolare sull'investment banking,

il raggiungimento di un utile maggiore di 15 milioni di euro al 2024

rispetto alla perdita di 154 mln di euro di fine 2018. L'obiettivo è

portare le masse da 5,5 mld di euro (dato a fine 2018) a 10 miliardi a

fine Piano, mentre il cost/income dovrebbe passare dal 188% al 70%-75% nel

2024.

Per raggiungere questo cost/income sono previste uscite per 140 risorse

su un totale di 420 dipendenti, dunque circa un terzo della forza lavoro.

La trattativa sindacale è appena iniziata e proseguirà nella giornata di

domani a Torino. Le sigle non hanno ricevuto ancora dati di dettaglio su

dove siano posizionati i presunti esuberi a livello geografico e per

strutture lavorative. I lavoratori sono distribuiti su 9 filiali e sulle

due sedi di Torino e Milano. Le organizzazioni sindacali auspicano di

avere maggiori dettagli nella giornata di domani. Il percorso di rilancio

è appena iniziato e al momento non ci sarebbero partner all'orizzonte.

cce

 

(END) Dow Jones Newswires

October 15, 2019 11:50 ET (15:50 GMT)

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