I tassi sono stati abbassati e portati in negativo dalle banche centrali per stimolare investimenti, crescita e inflazione. Tuttavia se lo scenario permane per un lungo periodo, come i banchieri centrali sanno bene, i benefici si riducono e i rischi aumentano. Il Fmi ha evidenziato i pericoli in un rapporto appena pubblicato. In un contesto di mercato in cui i bond con tassi negativi sono arrivati a 15 mila miliardi di dollari (il 25% del totale), gli investitori istituzionali devono ampliare i rischi e diminuire la liquidità dei portafogli per raggiungere gli obiettivi di rendimento. Così una nuova crisi è in grado di causare più danni e di propagarsi più facilmente nel settore finanziario, soprattutto se si attiva un circolo vizioso tra riscatti e vendite dei fondi.

Come mostrano i grafici in pagina, i fondi obbligazionari hanno aumentato l'esposizione verso titoli con minore merito creditizio (sotto il livello B o senza rating) e ridotto quella verso titoli ad alta liquidità. Il Fmi ha segnalato che c'è un fabbisogno di asset liquidi per 160 miliardi di dollari nei grandi fondi. Inoltre ha rilevato che gli asset ad alta liquidità detenuti sono scesi dal 47% di marzo 2018 al 43% di marzo 2019. Perciò i fondi avrebbero maggiori difficoltà a vendere titoli in portafoglio in caso di richieste di rimborso dagli investitori. Un problema di questo tipo si è già verificato negli ultimi mesi, ma in modo limitato a singoli operatori: ben maggiori sarebbero le conseguenze in caso di riscatti diffusi. «Questi rischi sono molto maggiori per fondi di minori dimensioni e per quelli obbligazionari nell'Eurozona», ha aggiunto il rapporto Fmi. I tassi negativi hanno anche omologato le scelte dei gestori: così il sistema è più vulnerabile in caso di problemi su alcuni asset.

Simili difficoltà coinvolgono anche fondi pensione a prestazione definita e assicurazioni vita, che vedono allargarsi il divario tra rendimenti garantiti e quelli incassati sui titoli di Stato (in Germania questo divario è attorno al 3%). Il Fmi ha anche osservato che gli assicuratori asiatici hanno aumentato di quattro volte l'esposizione verso asset esteri (a 1.500 miliardi): un fattore che può propagare i rischi oltre i confini nazionali. Il risultato è che per esempio un taglio dei tassi Usa e un dollaro più debole possono creare problemi anche agli assicuratori di Taiwan.

red/fch

 

(END) Dow Jones Newswires

October 18, 2019 02:53 ET (06:53 GMT)

Copyright (c) 2019 MF-Dow Jones News Srl.