La diffusione delle frodi nel sistema assicurativo italiano e le soluzioni più innovative per cercare di affrontarle efficacemente sono state al centro di un convegno che si è tenuto questa mattina presso la Fabbrica del Vapore, nell'ambito del Milano Festival delle Assicurazioni organizzato da Class E. (che assieme a DowJones & Co. Controlla questa agenzia) e Assinews.

In avvio di lavori è stato spiegato come in Italia i tentativi di frode non siano limitati al solo ambito assicurativo e rappresentino anzi un fenomeno sociale, endemico. Per il solo comparto insurance, negli ultimi anni questi fenomeni si sono tradotti, in media, in perdite di circa 15 milioni di euro all'anno.

Alberto Guidi, Direttore Sinistri del gruppo Cattolica Ass., ha voluto sfatare il luogo comune del numero di tentativi di fronte concentrato nel Sud Italia. "In realtà con l'ultima crisi economica non c'è più grande distinzione e si verificano tentativi di fronte indistintamente da Bolzano a Palermo", ha osservato. Citando alcune statistiche tracciate dall'Ivass, il manager ha riferito che "oltre il 20% di più di due milioni di denunce di sinistri presentano profili potenzialmente fraudolenti; tra il 2% e il 3% vengono effettivamente accertati e le compagnie portano gli autori davanti a un giudice in circa la metà di questi casi". Ha inoltre spiegato che 7-8 sinistri su dieci avvengono sul segmento auto, citando casi non rari accertati nel passato durante i quali sono emersi aborti indotti mascherati da interruzioni di gravidanza in seguito a incidenti stradali o sinistri sul lavoro anche in questo caso 'camuffati' da sinistri mai avvenuti lungo le strade. "Ania e Ivass hanno fatto un grande lavoro sulle banche dati, mettendo dunque in forte difficoltà i frodatori stradali seriali. Questi ultimi, di conseguenza, hanno iniziato a spostarsi verso il mondo non auto".

Romina Ronchi, responsabile dell'ufficio Property & Protection dell'Ania, ha puntualizzato come il 22% degli incidenti d'auto denunciati in Italia vengano classificati come a rischio frode - con punte del 37% nel Sud Italia e del 48% a Napoli - il 13% siano a rischio effettivo d'istruttoria e il 15% alla fine venga chiuso senza seguito. "In pochi casi le compagnie procedono a querelare, per via delle note lungaggini del procedimento penale", ha spiegato. La manager ha annunciato che Ania nei prossimi mesi darà vita a un Osservatorio - con un proprio statuto - assieme a medici e rappresentanti della Magistratura: l'organismo dovrà promuovere e certificare l'attività antifrode assicurativa, cercando in particolare di colmare il gap informativo rappresentato dall'assenza di una banca dati dei servizi assicurativi non auto. Ronchi ha infine osservato come l'attività antifrode per le assicurazioni rispetto al passato non rappresenti più "un costo, quanto piuttosto un investimento necessario per rendere ancora più efficiente il processo assicurativo: dalla distribuzione dei prodotti alla liquidazione dei sinistri in tutti i rami".

Andrea Lorenzoni, managing director Financial Services Insurance di Accenture, ha invece spiegato come - rispetto al passato - il mondo delle assicurazioni abbia iniziato a evolversi molto rapidamente, aprendo tuttavia pericolose 'porte' per nuovi tentativi di frode che prima non esistevano. "Occorre dunque dotarsi quanto prima di strumenti adatti per richiuderle", ha detto. In particolare, a essere esposti saranno "piccoli gruppi assicurativi che generalmente investono meno" non potendo fare leva su efficienti economie di scala. "Avranno pertanto più difficoltà ad arginare i fenomeni che stanno evolvendo molto rapidamente".

ofb/lab

 

(END) Dow Jones Newswires

October 18, 2019 06:37 ET (10:37 GMT)

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