Di Francesca Gerosa - Milanofinanza.it

Ieri il governatore di Banca d'Italia, Ignazio Visco, da Washington ha invitato le banche italiane più piccole, che fanno fatica a ripulire i bilanci, ad aggregarsi. Oggi gli ha fatto eco il presidente della Fondazione CariVerona, Alessandro Mazzucco, dicendosi "in generale molto favorevole alle fusioni e alle manovre di sistema e agli accorpamenti". Poi "entrare nel merito delle singole manovre è ovviamente un altro discorso", ha aggiunto, in riferimento all'ipotesi di fusione tra Banco Bpm (-0,47% a 2,14 euro stamani in borsa) e Ubi Banca (+0,52% a 2,888 euro).

L'ente scaligero è azionista di Banco Bpm con una quota inferiore all'1%, ma è anche un azionista storico di Unicredit con circa l'1,8% del capitale. L'augurio del presidente della Fondazione CariVerona è che nel nuovo piano industriale della banca guidata da Jean Pierre Mustier ci sia "una manovra straordinaria".

Un'aggregazione? Mazzucco si è limitato a puntualizzare: "Una manovra straordinaria che dia attenzione, visibilità, attrattività". MF-Milano Finanza ha anticipato l'idea di Unicredit di creare una holding tedesca per unire tutte le sue partecipazioni estere, ma anche su questo Mazzucco non si è sbilanciato: "Non voglio dire niente che possa sembrare un'interferenza. Tanto più con un consiglio piuttosto silenzioso".

"Finché le uniche cose sono i tassi negativi", ha osservato, riferendosi alla recente proposta di Mustier di girare sulla clientela l'impatto dei tassi negativi Bce. "Siamo ovviamente piuttosto attenti, non senza preoccupazione, all'andamento del titolo (oggi in borsa +0,52% a 11,49 euro, ndr)", ha notato ancora Mazzucco. "Ha avuto un exploit più di un anno fa e poi...Mustier è bravo", ha ammesso, "però tende a tenere un po' tutto nella sua testa".

Una parola anche sulla scelta del nuovo presidente di Unicredit dopo la scomparsa di Fabrizio Saccomanni. "Che cosa succederà non lo so, diciamo che auspico che si arrivi alla nomina della presidenza attraverso una procedura regolare, come prevede lo statuto, che è un elemento che dà chiarezza e autorevolezza", ha detto Mazzucco, soffermandosi, infine, su un'altra poltrona, quella del presidente della Cassa depositi e prestiti, alla luce delle ormai certe dimissioni di Massimo Tononi.

"Abbiamo avuto una riunione dell'Acri ieri, ma il presidente era assente perché era a Washington e quindi non abbiamo parlato" della presidenza della Cdp. "Poi esistono le sale di riunione ed esistono i corridoi e queste cose si fanno nei corridoi. Di sicuro è una partita aperta e ci sono molte voci", ha confermato. La scelta del presidente spetta alle Fondazioni azioniste.

Nel dettaglio, Mazzucco non ritiene fondate le voci che indicano come possibile candidato l'attuale presidente dell'Acri, Francesco Profumo: "Secondo me no. Non perché non sia una persona capace, anzi, ma lui ha solide visioni sul mondo delle fondazioni" e quindi dovrebbe rimanere in Acri. "Poi come sempre", ha precisato, "molte delle voci che vengono riportate sono velleitarie e io mi auguro che il vero nome non sia ancora apparso. Di certo non ho nessuna preferenza, non mi interessa l'appartenenza territoriale, mi interessano persone di qualità", ha concluso.

red

 

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October 18, 2019 07:17 ET (11:17 GMT)

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