Wall Street prosegue in calo al termine della prima settimana di trimestrali. Le incertezze globali stanno compensando i riscontri positivi dei risultati societari.

Circa 70 societá dell'S&P 500 hanno pubblicato i propri conti e, di queste, piú dell'80% ha riportato risultati migliori delle aspettative. Questo è il caso di Bank of America, Netflix, Jp Morgan Chase, Morgan Stanley e Coca-Cola, che hanno sostenuto il rialzo degli indici.

Il Dow Jones tratta in calo dello 0,32%, l'S&P 500 dello 0,22% e il Nasdaq Composite perde lo 0,51%.

Il sentiment dgli investitori ha beneficiato dell'approvazione dell'accordo sulla Brexit tra Londra e Bruxelles ma permangono ancora delle incertezze su un'uscita ordinata del Paese dall'Ue, in quanto per poter entrare in vigore, la bozza d'intesa dovrá prima essere ratificata dal Parlamento britannico.

Johnson "non ha intenzione di chiedere proroghe" del processo di Brexit, "anche se non è chiaro come possa evitarlo", osserva Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr. "L'idea è, al solito, mettere il Parlamento britannico di fronte alla scelta tra accordo e no-deal, e cercare di racimolare i voti che il partito del Dup non vuol dare, con quelli dell'opposizione che non vogliono assolutamente il no-deal", conclude lo strategist.

A preoccupare gli investitori sono inoltre i recenti dati macroeconomici cinesi, che confermano il rallentamento del Pil nel terzo trimestre. Nello specifico, l'economia si è espansa del 6% t/t, al livello piú basso del range di target del Governo centrale, che stima una crescita del Pil tra il 6% e il 6,5% per il 2019. La crescita del Paese è stata su una traiettoria discendente negli ultimi anni, con la cifra odierna che risulta in rallentamento rispetto al 6,2% registrato nel 2* trimestre del 2019 e del 6,4% nel 1*.

La decelerazione è stata dovuta soprattutto alla stretta creditizia e alla disputa commerciale con gli Stati Uniti, osserve Vishnu Varathan di Mizuho. "Non c'è dubbio che la recessione sia grave", avverte l'analista.

Gli investitori sono piuttosto pessimistici riguardo la crescita economica complessiva della Cina, che si è raffreddata nel terzo trimestre nonostante alcuni miglioramenti nella produzione industriale, in accelerazione al 5,8% a settembre dal 4,4% di agosto, e nelle vendite al dettaglio, in crescita al 7,8% lo scorso mese.

La pressione al ribasso sul Pil sta crescendo e la Banca centrale cinese dovrebbe allentare la sua posizione monetaria fino alla fine dell'anno, probabilmente abbassando i requisiti di riserva delle banche o i tassi d'interesse sui prestiti a medio termine, osserva Ding Shuang, economista di Standard Chartered. A fronte del deludente dato sul Pil, Pechino si concentrerá inoltre sui colloqui commerciali con gli Stati Uniti, al fine di prevenire un'ulteriore escalation delle tensioni ed evitare altri danni alla sua economia, conclude l'analista.

Guardando al futuro, la crescita del Pil continuerá probabilmente a rallentare nei prossimi due trimestri, avverte Bo Zhuang di Ts Lombard, che prevede un'espansione del Pil del 5,8% da ottobre a dicembre, con l'obiettivo di crescita per l'intero anno al 6,1%. "Dati i colloqui commerciali e il conflitto con gli Stati Uniti, le autoritá cinesi stanno accettando un tasso di crescita inferiore", spiega l'analista.

Il cambio euro/usd tratta a 1,1139. Sull'obbligazionario invece, il rendimento del Treasury decennale è in lieve calo all'1,745%, quello biennale all'1,59%.

lus/voc/frc

 

(END) Dow Jones Newswires

October 18, 2019 11:12 ET (15:12 GMT)

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