WALL STREET: debole, buone trimestrali ma geopolitica frena
18 Ottobre 2019 - 5:27PM
MF Dow Jones (Italiano)
Wall Street prosegue in calo al termine della prima settimana di
trimestrali. Le incertezze globali stanno compensando i riscontri
positivi dei risultati societari.
Circa 70 societá dell'S&P 500 hanno pubblicato i propri
conti e, di queste, piú dell'80% ha riportato risultati migliori
delle aspettative. Questo è il caso di Bank of America, Netflix, Jp
Morgan Chase, Morgan Stanley e Coca-Cola, che hanno sostenuto il
rialzo degli indici.
Il Dow Jones tratta in calo dello 0,32%, l'S&P 500 dello
0,22% e il Nasdaq Composite perde lo 0,51%.
Il sentiment dgli investitori ha beneficiato dell'approvazione
dell'accordo sulla Brexit tra Londra e Bruxelles ma permangono
ancora delle incertezze su un'uscita ordinata del Paese dall'Ue, in
quanto per poter entrare in vigore, la bozza d'intesa dovrá prima
essere ratificata dal Parlamento britannico.
Johnson "non ha intenzione di chiedere proroghe" del processo di
Brexit, "anche se non è chiaro come possa evitarlo", osserva
Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.
"L'idea è, al solito, mettere il Parlamento britannico di fronte
alla scelta tra accordo e no-deal, e cercare di racimolare i voti
che il partito del Dup non vuol dare, con quelli dell'opposizione
che non vogliono assolutamente il no-deal", conclude lo
strategist.
A preoccupare gli investitori sono inoltre i recenti dati
macroeconomici cinesi, che confermano il rallentamento del Pil nel
terzo trimestre. Nello specifico, l'economia si è espansa del 6%
t/t, al livello piú basso del range di target del Governo centrale,
che stima una crescita del Pil tra il 6% e il 6,5% per il 2019. La
crescita del Paese è stata su una traiettoria discendente negli
ultimi anni, con la cifra odierna che risulta in rallentamento
rispetto al 6,2% registrato nel 2* trimestre del 2019 e del 6,4%
nel 1*.
La decelerazione è stata dovuta soprattutto alla stretta
creditizia e alla disputa commerciale con gli Stati Uniti, osserve
Vishnu Varathan di Mizuho. "Non c'è dubbio che la recessione sia
grave", avverte l'analista.
Gli investitori sono piuttosto pessimistici riguardo la crescita
economica complessiva della Cina, che si è raffreddata nel terzo
trimestre nonostante alcuni miglioramenti nella produzione
industriale, in accelerazione al 5,8% a settembre dal 4,4% di
agosto, e nelle vendite al dettaglio, in crescita al 7,8% lo scorso
mese.
La pressione al ribasso sul Pil sta crescendo e la Banca
centrale cinese dovrebbe allentare la sua posizione monetaria fino
alla fine dell'anno, probabilmente abbassando i requisiti di
riserva delle banche o i tassi d'interesse sui prestiti a medio
termine, osserva Ding Shuang, economista di Standard Chartered. A
fronte del deludente dato sul Pil, Pechino si concentrerá inoltre
sui colloqui commerciali con gli Stati Uniti, al fine di prevenire
un'ulteriore escalation delle tensioni ed evitare altri danni alla
sua economia, conclude l'analista.
Guardando al futuro, la crescita del Pil continuerá
probabilmente a rallentare nei prossimi due trimestri, avverte Bo
Zhuang di Ts Lombard, che prevede un'espansione del Pil del 5,8% da
ottobre a dicembre, con l'obiettivo di crescita per l'intero anno
al 6,1%. "Dati i colloqui commerciali e il conflitto con gli Stati
Uniti, le autoritá cinesi stanno accettando un tasso di crescita
inferiore", spiega l'analista.
Il cambio euro/usd tratta a 1,1139. Sull'obbligazionario invece,
il rendimento del Treasury decennale è in lieve calo all'1,745%,
quello biennale all'1,59%.
lus/voc/frc
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October 18, 2019 11:12 ET (15:12 GMT)
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