Banche: rischio buco 5 mld nelle gacs del Mef sugli Npl (Rep)
22 Ottobre 2019 - 9:10AM
MF Dow Jones (Italiano)
Unicredit riapre le danze delle cessioni di crediti deteriorati,
con 6 miliardi di euro di valore nominale che le garanzie statali
gacs aiuteranno a cedere in tranche ai tanti che tentano la fortuna
nel recupero di crediti ex bancari. È un assaggio delle radicali
pulizie di fine anno con cui le banche italiane dal 2015 hanno
limato di oltre 200 miliardi i loro prestiti problematici, e che
farà vendere altri 45 miliardi circa entro il 31 dicembre. Ma le
garanzie del Tesoro, che a fine anno saranno aumentate di altri 10
miliardi dai 62 calcolati da Moody's a marzo, in qualche anno
potrebbero trasformarsi in debito pubblico, per una fetta non
piccola di quei crediti.
Secondo elaborazioni di Repubblica, buona parte delle
cartolarizzazioni bancarie montate tra agosto 2016 e giugno 2018
presenta incassi, da parte degli addetti al recupero (i
"servicer"), inferiori ai piani. Sette registrano un andamento più
preoccupante, in un'industria che pure è un Eldorado mondiale.
Riguardano crediti per 34,08 miliardi nominali, venduti via
cartolarizzazioni a 6,76 miliardi, e con garanzie pubbliche,
prestate attraverso il fondo gacs del Tesoro su circa il 70%. Fanno
oltre 4,7 miliardi di denaro pubblico, che rischia di dover colmare
lo sbilancio tra quanto messo dagli operatori e gli effettivi
recuperi delle somme.
Ma risalire la china in questo mestiere non accade quasi mai: i
pagatori migliori transano nei primi due anni, e il quarto anno
spesso è quello "critico". Osservando i tassi di recupero, si
notano due operazioni che stanno "mangiandosi" già la parte senior,
dopo aver liquidato la junior. Sono Elrond di Creval, che ha un
tasso di recupero del 78% ( insufficiente a ripagare le
obbligazioni senior, che rappresentano l'88,2% del valore dei
titoli emessi con la cartolarizzazione) e Aragon, sempre di Creval
(incassa il 69%, il 17% meno dei titoli senior). La prima
costerebbe 52 milioni al Tesoro, la seconda 96.
Le cifre più grosse sono però legate alle vendite Fino
(Unicredit) da 5,3 miliardi, e Siena Npl (B.Mps) da 24 miliardi.
Qui siamo a tassi di recupero rispettivi dell'85% e 97%, e le
senior sono attorno all'85%. Vuol dire che finora il Tesoro non
perde (ma i bond junior e mezzanini sì: e tra quelli di Siena c'è
la stessa banca, del Tesoro al 68%). Altre operazioni pericolanti
sono di B.Carige e Banca Popolare di Bari; e tutte quelle critiche
vedono il rischio concentrato sui quattro servicer Prelios, Cerved,
Fonspa, Do Bank. "Con le gacs il mercato è decollato, sono scesi in
campo grandi investitori e servicer attrezzati -spiega al giornale
il consulente Raffaele Mazzeo- Ma ormai mi pare sicuro che
molte operazioni non andranno a buon fine: i prezzi iniziali
erano troppo alti, le curve di recupero inadeguate, i tribunali
restano lenti, la
congiuntura fiacca penalizza".
Intanto Unicredit, ricevuto il giudizio da Scope Ratings,
procede con
la sua Prisma: 6 miliardi di sofferenze di privati, garantite al
90% da
case, il resto negozi e terreni in tutta Italia.
vs
(END) Dow Jones Newswires
October 22, 2019 02:55 ET (06:55 GMT)
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