I soci fondatori di Bio-on anche martedì 22 avevano fatto sapere al mercato di essere disponibili a versare almeno 10 milioni per risanare i conti della società e ridare fiducia. Mossa mai concretizzatasi visto poi l'accelerazione dell'inchiesta della Procura bolognese che ha portato, ieri, alle misure cautelari per Marco Astorri e Guido Cigognani.

Imprenditori che però di liquidità personale a disposizione ne avevano, scrive MF, visto che lo scorso anno si erano versati 7,44 milioni di dividendi distribuiti dalla holding Capsa, frutto dell'incasso ottenuto nel 2017 dalla vendita di warrant, operazioni finite al vaglio della magistratura. La cedola data ai soci ha ridotto al minimo la riserva straordinaria (1,33 milioni).

Questo emerge dallo striminzito bilancio della capogruppo partecipata pariteticamente al 48,33% da Astorri e Cicognani (il restante 3,34% è in mano a Vittorio Folla). Una srl dai conti davvero risicati, visto che il patrimonio netto ammontava a 1,29 milioni, con disponibilità per 1,2 milioni e una perdita di 63mila euro. E quel che spicca dal bilancio 2018 di Capsa è che la holding ha in carico la partecipazione di riferimento in Bio-on al modestissimo valore di 7.500 euro.

Sempre tra le pieghe del bilancio della srl di Astorri e Cigognani che emerge il legame con Banca Finnat. «Nel mese di gennaio 2019 la società ha prestato garanzia all'affidamento bancario di 15 milioni concesso dalla Banca Finnat Euramerica concedendo in pegno azioni della controllata Bio-on per un controvalore di 45 milioni. Il pegno concesso avrà termine il 16 giugno», si legge nel bilancio.

red/fch

 

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October 24, 2019 03:16 ET (07:16 GMT)

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