Le indagini degli uomini della Guardia di Finanza

coordinate dal colonnello Luca Torzani non si fermeranno all'ordinanza

firmata dal giudice del Tribunale di Bologna Alberto Ziroldi che ha

portato agli arresti domiciliari del fondatore di Bio-on , Marco Astorri,

dell'altro azionista Guido Cicognani e del presidente del collegio

sindacale Gianfranco Capodaglio, accusati di false comunicazioni sociali e

manipolazione del mercato e a mettere sotto indagine il direttore

finanziario dell'azienda di bioplastica, Pasquale Buonpensiere, i

consiglieri Vittorio Folla e Gianni Lorenzoni, gli altri due sindaci

Vittorio Agostini e Giuseppe Magni e, infine, il partner di E&Y, Alberto

Rosa.

L'inchiesta Plastic Bubbles, infatti, prosegue anche dopo le

perquisizioni effettuate tra Lombardia, Emilia e Lazio (in questo caso

hanno riguardato il global coordinator e specialist, Banca Finnat ) e non

è da escludere che se la situazione della società bolognese non verrà

raddrizzata in tempi rapidi, non possano emergere altri reati più gravi.

E' questo il rischio maggiore che preoccupa i dipendenti, circa un

centinaio, ma anche i piccoli risparmiatori, circa 10mila (per un

flottante stimato del 30-36%), che hanno in mano azioni oggi sospese a

tempo indeterminato, i fondi che hanno investito in un'azienda arrivata a

una market cap di 1,37 miliardi e che oggi vale solo 196 milioni e le

banche esposte per 41 milioni (in particolare Finnat, 15 milioni, e

Unicredit, poco meno di 10 milioni).

Così è decisivo capire cosa succederà ora. Il primo step prevede che il

custode giudiziale delle azioni sequestrate ad Astorri e Cicognani

(rientrano nei 150 milioni sottoposti a provvedimento) convochi

l'assemblea per la nomina dell'amministratore. Professionista che dovrà

valutare lo stato di salute dell'azienda - l'attività non è stata oggetto

dell'inchiesta e può proseguire, perché lo stabilimento in provincia di

Bologna non è stato sequestrato - e prendere atto della possibilità o meno

di salvare Bio-on .

In tal senso, l'ipotesi oggi più plausibile è quella del ricorso alla

procedura del concordato preventivo. Solo che serve quantomeno qualcuno

che funga da assuntore con una proposta da valutare poi in tribunale. Va

detto che al momento nessuno pare avere intenzione di rilevare l'asset

immobiliare della società di bioplastica, visto che l'indagine è in corso

e potrebbe anche portare a nuovi sviluppi giudiziari.

 

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October 25, 2019 02:32 ET (06:32 GMT)

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