In merito all'articolo apparso sul Financial Times, la presidenza del Consiglio precisa che "nei primi giorni del maggio 2018 l'allora avvocato Conte ha ricevuto dalla società Fiber 4.0 l'incarico di scrivere un parere pro veritate circa il possibile esercizio, da parte del governo, dei poteri di golden Power nei confronti della società Retelit. In quel momento, ovviamente, nessuno poteva immaginare che, poche settimane dopo, un governo presieduto dallo stesso Conte sarebbe stato chiamato a pronunciarsi proprio sulla specifica questione oggetto del parere".

In ogni caso, prosegue il comunicato, "per evitare ogni possibile conflitto di interesse, il presidente Conte si è astenuto anche formalmente da ogni decisione circa l'esercizio della golden Power. In particolare non ha preso parte al Cdm del 7 giugno 2018 (nel corso del quale è stato deliberato l'esercizio dei poteri di golden Power), astenendosi formalmente e sostanzialmente da qualunque valutazione. In quell'occasione Conte era impegnato in Canada per il G7".

Pertanto, spiegano da Palazzo Chigi, "non esiste nessun conflitto di interesse, rischio questo che peraltro era già stato paventato all'epoca da alcuni quotidiani. La circostanza era stata già chiarita, anche con riferimento ai rapporti con Mincione, che Conte non ha mai incontrato né conosciuto".

Quanto ai nuovi fatti riferiti dal Financial Times, la nota precisa che "Conte ha reso solo un parere legale e non era a conoscenza e non era tenuto a conoscere il fatto che alcuni investitori facessero riferimento ad un fondo di investimento sostenuto dal Vaticano e oggi al centro di un'indagine".

 

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October 28, 2019 03:12 ET (07:12 GMT)

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