Fca/Psa: a luglio l'input di Macron (Mi.Fi.)
04 Novembre 2019 - 08:23AM
MF Dow Jones (Italiano)
La storia delle probabili nozze tra Fca e Psa Peugeot Citroen
(tutti i dettagli devono ancora andare a buon fine) è una vicenda
che ha preso avvio ai primi di luglio, quando, circa un mese dopo
il fallimento delle trattative tra il Lingotto e Renault ,
all'Eliseo e a Bercy (sede del dicastero dell'Economia transalpino)
il presidente transalpino Emmanuel Macron e il suo ministro delle
finanze Bruno Le Maire si sono definitivamente resi conto che per
l'interesse nazionale francese nel lungo periodo è vitale che
Renault debba raggiustare i rapporti con l'alleato giapponese
Nissan. E che nel contempo l'altra casa automobilistica
partecipata, ovvero Psa, debba fare un grande saldo dimensionale
dopo essere stata risanata dal ceo Carlos Tavares.
E' in quei giorni, spiega Milano Finanza, che il presidente di
Fca John Elkann riprende la strada per Parigi, (anche se, a ben
vedere, non aveva mai smesso di guardare Oltralpe per trovare un
marito al Lingotto, visto che a metà giugno, alla messa di
trigesimo per la morte di Gianluigi Gabetti ricordò il vecchio
maestro parlando di m&a e dicendo «queste settimane di
sarebbero piaciute»). Questa volta però la strada non è quella che
porta a Boulogne Billancourt (alla sede di Renault ) ma quella che
conduce nella non lontana Rueil-Malmaison, al quartier generale di
Peugeot. D'altronde business is business. E sebbene a Bercy non
fosse certamente piaciuta la sfuriata di Elkann quando questi aveva
abbandonato il tavolo delle trattative con Renault per le mutate
condizioni imposte dai francesi, le necessità strategiche di Psa e
Fca erano troppo complementari per lasciarsi sfuggire
l'occasione.
Peugeot , infatti dopo essere stata salvata dalla bancarotta
dallo Stato nel 2014 e dopo essere stata risanata sotto la guida di
Tavares, aveva bisogno di un salto di qualità per uscire da una
dimensione europea che da sola gli fornisce circa l'89% dei ricavi,
ma che nel medio termine potrebbe finire per soffocarlo. D'altro
lato invece Fca aveva bisogno di trovare un partner per reggere le
pressioni competitive di un settore in cui la stazza è sempre più
necessaria per contenere i costi. E per garantire alla famiglia
Agnelli, che controlla il Lingotto tramite Exor , che anche il
business automobilistico mass-market possa essere fonte di
dividendi stabili (Fca è tornata a distribuire cedole nel 2019 ma
erano anni che non li elargiva). Infine, oltre ai comuni interessi,
a rendere tutto più semplice rispetto alla trattativa Renault ,
c'erano gli storici ottimi rapporti tra gli Agnelli e i Peugeot .
Non a caso domenica 26 maggio, ovvero due giorni prima della
trattativa (poi naufragata) che avrebbe dovuto sancire le nozze tra
Fca e Renault Elkann cenò in un ristorante parigino con Robert
Peugeot (presidente della holding della dinastia transalpina Epf)
quasi a scusarsi del fatto che il Lingotto sarebbe andato a
sposarsi con la Losanga e non con il Leone, nonostante decenni in
cui le due case e le due dinastie si fossero annusate come
possibili partner. I colloqui hanno poi ripreso vigore in agosto,
in compagnia dei rispettivi advisor.
red/lab
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November 04, 2019 02:08 ET (07:08 GMT)
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