Al tavolo tecnico Autostrade-governo non si fanno passi avanti. Come anticipato da MF-Milano Finanza, la posizione dell'esecutivo è molto netta, con la richiesta di significativi sacrifici economici al concessionario, nell'ambito del confronto sulla possibile revisione del contratto in base alle nuove regole proposte dall'Autorità dei trasporti nei mesi scorsi.

Da canto suo la controllata di Atlantia avrebbe affidato alla società di consulenza specializzata Brattle il compito di redigere uno studio per dimostrare la non sostenibilità, sotto il profilo economico-finanziario, delle proposte avanzate dall'esecutivo nelle ultime riunioni. In pratica il governo chiederebbe ad Autostrade di realizzare tutti gli investimenti da piano senza incrementare le tariffe né la durata della concessione, e anzi applicando il nuovo, e meno generoso, metodo di calcolo della remunerazione previsto dall'Authority. Una richiesta indigesta per il concessionario, che appunto starebbe cercando un appiglio tecnico per fare da argine alle pretese dell'esecutivo. Esecutivo che, a dimostrazione della rilevanza del tema, al tavolo di confronto con la società è rappresentato da una squadra di prime linee: il capo di gabinetto del ministero dell'Economia, Luigi Carbone, il capo degli Affari Economici del Mef Alessandra Dal Verme, il sottosegretario ai Trasporti Alberto Stancanelli e il segretario generale della Presidenza del Consiglio, Roberto Chieppa. Per Autostrade a seguire questa partita tecnica ci sono l'amministratore delegato Roberto Tomasi e il manager Roberto Ramaccia, affiancati alla bisogna dal direttore generale di Atlantia , Giancarlo Guenzi.

Le discussioni più importanti, comunque, sono quelle che si tengono a livello politico, dove governo e società si confrontano in merito alla spinosa questione della revoca della concessione e dove a tirare le fila per l'esecutivo è il premier Giuseppe Conte in prima persona.

Al momento non si intravedono però progressi nelle trattative e anzi da qualche giorno a complicare le cose, a livello tecnico, è arrivata anche la norma della legge di Bilancio che pone un limite all'1% per alcuni ammortamenti dei concessionari autostradali. Una previsione che ha causato la levata di scudi di tutto il comparto, che per bocca dell'associazione di categoria Aiscat ha paventato il blocco completo degli investimenti sulla rete. «Qualora la nuova misura contenuta nella legge di Bilancio fosse approvata, le concessionarie autostradali sarebbero impossibilitate a dedurre fiscalmente nell'arco della concessione i costi sostenuti per la realizzazione di infrastrutture da devolvere gratuitamente allo Stato al termine della concessione stessa. In questo modo, il disallineamento tra l'ammortamento finanziario contabile e quello dedotto fiscalmente provocherebbe l'impossibilità di realizzare nuovi investimenti», ha sostenuto l'associazione, chiedendo il ritiro del provvedimento.

Dalla stretta però dovrebbero arrivare circa 300 milioni di coperture per la manovra 2020, che vede il ministero dell'Economia già impegnato nella ricerca di una soluzione per rimpiazzare le nuove tasse su auto aziendali e plastica monouso. L'addio alla norma quindi, seppur incostituzionale secondo i concessionari, aprirebbe un nuovo fronte nella già affanosa corsa alle risorse alternative.

red/fch

 

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November 08, 2019 02:26 ET (07:26 GMT)

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