Il principale polo nazionale delle torri di trasmissione telefonica aprirà il suo capitale a un fondo infrastrutturale internazionale. E' il futuro che attende la nuova Inwit, ovvero la società che a fine anno nascerà dopo l'acquisizione degli 11mila impianti di Vodafone. Come confermato nei giorni scorsi dall'ad di Tim, Luigi Gubitosi, a dicembre ci sarà l'assemblea della controllata infrastrutturale che approverà il merger, poi scatterà la fase due del piano, ovvero la ricerca di un partner finanziario.

Questo perché, scrive MF, il disegno finale del progetto prevede che se inizialmente Tim e Vodafone avranno il 37,5% a testa, nell'immediato futuro saranno destinate a rivedere il proprio ruolo e a scendere nel capitale di Inwit fino a una partecipazione totalitaria del 51%. Per cui, in questo scenario, si è già aperta la caccia per un alleato che prenda almeno il 20% del capitale per ribilanciare i pesi azionari. In lizza i soliti nomi del settore a partire dal big Macquarie.

Il progetto come è noto prevede che il big internazionale delle tlc scorpori le sue 11mila torri che saranno trasferite in una scatola societaria sotto Vodafone Europe, veicolo che poi con ogni probabilità sarà quotato alla borsa di Londra. Inwit la rileverà pagando cash 2,14 miliardi per il 42-43% e per il resto con proprie azioni, 360 milioni di titoli da emettere in aumento di capitale riservato alla stessa Vodafone.

red/sda

 

(END) Dow Jones Newswires

November 12, 2019 03:20 ET (08:20 GMT)

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